Un salto indietro nel passato: 28 agosto 2013

Maledetto Fibroma Il Libro

In questi giorni di casalinghità forzata, a parte lavorare (per lo più quando Matteo dorme), e a parte sfornare quotidianamente pizze, torte, focacce, biscotti, ecc. come se dovessi sfamare, come dice mio marito, “un pulman di tedeschi”, stò pulendo e riordinando gli angoli più reconditi della casa. E così nella libreria dietro al divano, nell’ultimo scaffale a sinistra, quello più incasinato, ho trovato sepolto tra robe varie un vecchissimo “diario delle vacanze”. Un piccolo quaderno a quadretti, con la copertina arancione, che avevamo portato in vacanza nel 2013, quando siamo stati a Creta.

Giorgia aveva un anno ed io combattevo con tutta me stessa il mio maledetto fibroma. Stavo già piuttosto male, ma non avevo ancora raggiunto il limite.

Nel quaderno della vacanza a Creata ho trovato tanti appunti, di vario genere. Il disegno della manina di Giorgia, il racconto dell’incontro con la signora Rosa, una tabella degli spostamenti e dei costi sostenuti, ed anche qualche pagina di diario, che avevo pensato, forse, di riportare poi nel libro. O sul blog. Peccato che invece io non l’abbia mai fatto e che i racconti di quei giorni di “mare nonostante il fibroma” siano rimasti inediti.

Non me ne ricordavo neppure! Ho controllato sul libro ed effettivamente il diario del 28 agosto 2013 non c’è. E perciò faccio per voi, e con voi, un salto nel mio passato .. Ecco cosa succedeva nella mia vita il 28 agosto 2013..

Mi sono svegliata con Giorgia che cercava di salirmi addosso. A dire il vero era già un po’ che mi rigiravo, nel dormiveglia. Avevo caldo.

Appena ho aperto gli occhi l’ho visto. Tutto quel sangue. Sugli slip, sulle lenzuola e, ho immaginato, sul coprimaterasso e sul materasso. 

Mi sono alzata di scatto e ho subito dato il via alle “attività di ripristino” (così le chiamo io). Prima mi sono lavata, poi ho tolto e lavato le lenzuola per cancellare subito ogni traccia e dimenticare. Il Bighi aveva ancora un occhio chiuso e già aveva impugnato la spugna per smacchiare il materasso. Giorgia ci sosteneva indicandoci ripetutamente la macchia. Ormai siamo una squadra.

E così il Maledetto Fibroma si sente forte anche qui, in questo luogo in cui il cielo è sempre azzurro e la gente sorride con una tranquillità invidiabile.

Un po’ mi sono sentita scoraggiata, complici gli ormoni ballerini, ma poi ho preso in pugno la situazione: antiemorragico (due compresse le avevo già prese ieri) e Sinflex forte, per affrontare nel miglior modo possibile questa nuova giornata. 

Siamo comunque venuti in spiaggia e abbiamo noleggiato ombrellone e sdraio in modo che io potessi stare comoda. Almeno questa mattina però niente bagno per me. Il sangue è ancora troppo e anche se i cavalloni di questo mare dolcemente agitato sono davvero invitanti per oggi dovrò rinunciarci. Neanche sole. Non lo sopporto. 

Me ne starò tranquilla tranquilla sdraiata a leggere, nell’attesa che il tutto, come sempre, faccia il suo corso. 

Mi sembra un’altra vita. Eppure la mia vita era così, ogni mese. Anzi, era anche molto peggio. Come forse sono le vostre vite adesso.

La mia vita era questo. Ma oggi è tutt’altro. Ad un certo punto, amiche mie, il lieto fine arriva. Per tutte!

 

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