Articolo della Dott.sa Simona Tomasi Cont
Buongiorno a tutte, in questo periodo di grande isolamento sociale, periodo in cui, il contatto con le persone a noi care, è notevolmente ridotto, ho pensato di portarvi qualche spunto riguardo all’importanza di condividere le nostre emozioni, (con i vostri familiari, gli amici e anche qui in questo blog, uno spazio che seppur virtuale, assume spesso, una sfumatura intima).
La nostra esistenza è intessuta di emozioni. Le emozioni ci piacciono, le andiamo a cercare, ne parliamo con gli altri, le riviviamo col ricordo.
Le emozioni assumono un ruolo importante nella nostra attività mentale e sociale.
CHE COSA SONO LE EMOZIONI?
Si possono definire come delle reazioni psicologiche e fisiche, provate da una persona, che si manifestano intensamente (nel corpo e nella mente) e che sono, in genere, in relazione ad un qualche evento o a qualche pensiero. Proviamo paura di fronte ad un pericolo, angoscia prima di un’operazione, proviamo gioia se superiamo un esame, proviamo una emozione di tristezza se ad un amico capita una disgrazia, proviamo una emozione di malinconia durante una serata trascorsa in solitudine, ripensando all’ultimo storia d’amore terminata.
QUAL È IL RUOLO DEL CORPO NELLA REAZIONE EMOTIVA?
Esiste uno stretto rapporto tra tutte le emozioni e la loro manifestazione corporea. Le emozioni si esprimono sempre, anche con una particolare partecipazione del corpo, che viene chiamata “attivazione fisiologica”.
Tale reazione corporea provoca fenomeni come l’accelerazione o il rallentamento del battito cardiaco, la variazione degli atti respiratori, il pallore o il rossore del viso, la sensazione di secchezza in bocca, la dilatazione delle pupille, la sudorazione, ecc.
Tutte queste manifestazioni del corpo possono accompagnare l’emozione. Per tale ragione, la mancata regolazione emotiva, perpetrata nel tempo, potrebbe portare a delle conseguenze non solo psicologiche, bensì anche fisiche, poiché il corpo, durante queste ondate emotive, è sottoposto, continuamente a sollecitazioni (argomento che approfondirò nel prossimo articolo).
PERCHÉ PROVIAMO EMOZIONI?
Le emozioni di base hanno scopi di adattamento molto semplici, ma importanti per la nostra sopravvivenza.
L’emozione è dunque una esperienza intensa e passeggera che diventa un’occasione per prendere contatto con gli altri, in vari modi.
Per quanto riguarda le emozioni piacevoli (gioia, felicità ecc.), si può affermare che la descrizione particolareggiata di un’emozione positiva ha la funzione di rafforzare i legami affettivi con le altre persone. Gli studiosi che si occupano di emozioni recentemente hanno ribadito la centralità dell’esperienza emotiva quale “canale comunicativo” privilegiato nei rapporti con gli altri.
La funzione adattiva delle emozioni spiacevoli o dolorose (paura, rabbia, tristezza ecc.), invece, sembra essere quella di “avvisarci” e di descrivere situazioni, da noi interpretabili, come minacciose, anche dal punto di vista psicologico, oltre che fisico e quindi di comportarci di conseguenza (ad esempio la reazione di paura di fronte ad un pericolo permette di reagire prontamente per evitarlo).
Le emozioni sono esperienze che le persone evocano con grande frequenza. Infatti, le informazioni più importanti che comunichiamo (scambi comunicativi con amici, medico che ci cura ecc. ) sono le esperienze emotive l, associate agli eventi, che raccontiamo.
PERCHÉ È IMPORTANTE PARLARE DELLE PROPRIE EMOZIONI?
La condivisione con le altre persone delle nostre emozioni può essere un modo per chiedere aiuto e quindi per gestire meglio, la propria reazione emotiva. Quando raccontiamo a qualcuno il nostro stato d’animo, siamo costretti a mettere ordine, a chiarire più precisamente ciò che ci succede, quindi a comprendere meglio le sensazioni fisiche che accompagnano l’emozione.
Il parlare ripetutamente, con gli altri di un evento emotivo, aiuta a guardare con distacco quello che è successo, migliorando la nostra capacità di giudizio nel vedere, nel modo più realistico possibile, la situazione. Inoltre, le persone, a cui ci rivolgiamo distraggono la nostra attenzione, ci forniscono interpretazioni diverse, ci raccontano episodi accaduti a loro stessi.
Se le persone a cui ci rivolgiamo mostrano di capire e di accettare, come giusto e legittimo, il nostro stato emotivo, ci sentiamo rassicurati e ciò rinforza il nostro senso di appartenenza al legame, con quelle persone.
La condivisione delle emozioni ci fa sentire “normali” perché scopriamo che ciò che proviamo, interiormente e privatamente, è condiviso dagli altri esseri umani.
A volte pensiamo che certe emozioni “le proviamo solo noi”, poi quando scopriamo che anche altri le condividono o le hanno provate in passato, i rapporti interpersonali acquisiscono una profondità altrimenti inaccessibile.
QUANDO LE EMOZIONI DIVENTANO UN PROBLEMA ED UTILE RIVOLGERSI AD UNO PSICOTERAPEUTA?
- Quando hai sperimentano frequentemente stati emotivi ed intensi, accompagnati dall’impossibilità di gestire queste esperienze.
- Quando ti rendi conto di sperimentare determinate emozioni, quali ad esempio rabbia, ansia o depressione, in modo troppo intenso o troppo pervasivo (è questa una delle ragioni che, più frequentemente, porta le persone a contattare uno psicoterapeuta, al quale generalmente viene chiesto un aiuto, per ridurre l’intensità o la frequenza di tali emozioni negative.)
- Quando ti rendi conto di avere poca fluidità nella transizione tra uno stato emotivo e l’altro.
- Quando riconosci di non avere la capacità di esprimere le emozioni, in modo flessibile al variare del contesto .
Una buona competenza emotiva (saper comunicare le proprie emozioni e saper interpretare quelle altrui) permette di fronteggiare adeguatamente lo stress, prodotto dalle emozioni spiacevoli e dolorose, in modo da diminuire la loro durata e intensità.
La competenza emotiva è il risultato dell’educazione alle emozioni che avviene attraverso l’esperienza di socializzazione con la famiglia di origine, gli insegnanti, i coetanei ecc.
Il modo di provare ed esprimere le proprie emozioni si modifica e migliora con le interazioni sociali per tutta la vita.
Proprio per la connessione tra corpo ed emozioni, il mancato riconoscimento di queste ultime provoca delle problematiche fisiche, per le quali spesso, ci si ritrova a rivolgersi a diversi medici, senza risolvere il sintomo fisico. Questo accade perché, seppur la sofferenza del corpo sia reale, la sua origine risiede nella sfera emotiva (Disturbi psicosomatici).
I sintomi psicosomatici sono come un alfabeto simbolico, bisogna interpretarli, per capire meglio quello che il corpo ci vuole dire, attraverso la sofferenza che percepiamo.
Per combattere alla radice i nostri malesseri fisici, non basta soffocare i sintomi con i farmaci, ignorando quello che ci vogliono dire attraverso il dolore. Se li ascoltiamo e li interpretiamo correttamente, capiremo come prenderci cura di noi stessi, dei nostri bisogni reali e della nostra salute.
In questo percorso, l’aiuto di un professionista competente, riguardo alle gestione delle emozioni, può essere fondamentale.