Di embolizzazione dei fibromi abbiamo parlato tante volte, anche intervistando vari medici, però direi che le informazioni raccolte non sono mai troppe e che ogni occasione è buona per qualche approfondimento, perciò oggi vorrei proporvi di raccogliere ancora una volta le vostre domande su questo tipo di intervento per girarle al Professor Magnano.
Il dr Marco Magnano si occupa di embolizzazione dei fibromi a Catania e mi hanno parlato di lui alcune ragazze, in primis Ksenia già un bel po’ di tempo fa.
Perciò come sempre potete postare nei commenti le vostre domande. Io senz’altro gli chiederò di approfondire per noi il tema della gravidanza dopo l’embolizzazione e anche qualche informazione riguardo le dimensioni delle particelle utilizzate per l’embolizzazione. Sarà inoltre interessante sapere quante pazienti ha trattato durante la sua carriera e quanti sono stati le donne, se ce ne sono, per le quali poi si sono verificate delle complicanze.
Il professor Magnano è a nostro disposizione, scatenatevi con le vostre domande sull’embolizzazione dei fibromi!
Quante volte è possibile sottoporsi a questo trattamento? C’è un tempo necessario da attendere tra un’embolizzazione e l’altra?
Nella maggior parte dei casi basta una sola seduta. Il massimo risultato si ottiene da 3 a 6 mesi dopo l’embolizzazione, quindi conviene aspettare almeno 6 mesi prima di pensare di farne un’altra. Nei casi in cui il risultato sia insufficiente si puo’ rifare l’embolizzazione oppure decidere di fare una miomectomia chirurgica del nodulo residuo. Non ritengo sia opportuno farne una terza e solitamente ci si ferma alla seconda.
Buonasera dr.Magnano, sono Irene da Catania. Vorrei chiederle se è possibile considerare l’embolizzazione anche in presenza di un utero enorme deformato da numerosi fibromi sintomatici (emorragie tra un ciclo e l’altro, cicli emorragici, dolori) e di notevoli dimensioni. Grazie mille.
Un utero “enorme ” non e’ una valida definizione di volume. Occorre specificare le misure esatte. Io non embolizzo mai fibromi solitari di diametro superiore a 15 cm o fibromi multipli contenenti noduli di oltre 12 cm di diametro massimo. Inoltre occorre valutare la presenza di eventuali noduli fibromiomatosi peduncolati. Comunque nella maggior parte dei casi l’utero deformato da numerosi fibromi voluminosi e sintomatici e’ l’indicazione principale all’embolizzazione, anche considerando che l’unica possibilità chirurgica alternativa e’ l’isterectomia, che e’ un intervento che per la patologia benigna dovrebbe essere cancellato per sempre e rimanere soltanto come memoria storica.
L’embolizzazione mantiene le condizioni dell’utero adatte ad una gravidanza?
Per dare una risposta precisa occorre valutare le condizioni preesistenti dell’utero. Un utero con grossi e numerosi fibromi e’ un utero poco adatto ad una gravidanza gia’ di per se. L’embolizzazione in questo caso migliora la situazione ma ovviamente non lo rende “perfetto”. E’ opinione comune tra gli operatori che l’embolizzazione non sia controindicata in donne che desiderano una gravidanza. Sono molte le donne embolizzate che hanno avuto figli , e molte di esse non riuscivano ad averne prima dell’embolizzazione proprio per la presenza dei fibromi, quindi l’embolizzazione ha migliorato la situazione. Tuttavia si deve sempre considerare che un utero embolizzato puo’ essere ipoperfuso, quindi e’ meglio soppesare bene il rapporto rischio/beneficio. Una donna fertile e desiderosa di gravidanze future con un nodulo fibromiomatoso poco sintomatico di meno di 3 cm non dovrebbe essere trattata con embolizzazione se non in casi ben selezionati. Il medico deve sempre valutare caso per caso e dare il consiglio giusto inviando la Paziente alla cura piu’ adatta.
Che significa ipoperfuso in parole povere?
La sindrome di Asherman dopo l’embolizzazione e’ una complicanza molto poco frequente ma riportata in letteratura. Nella mia casistica di quasi 1000 embolizzazioni non e’ mai stata documentata , forse in un caso soltanto ho avuto il dubbio , ma 1 su 1000 e’ una incidenza troppo modesta e probabilmente ci saranno altri casi che non sono stati scoperti, infatti la sindrome di Asherman da scarsi sintomi. Probabilmente le hanno consigliato una sinechiolisi isteroscopica che dovrebbe dare un buon risultato. Sarebbe opportuno anche un dosaggio degli ormoni in particolare FSH e 17 Beta Estradiolo.
Ipo e’ un suffisso che viene dal greco e vuole dire meno, poco. Quindi ipoperfuso vuol dire che arriva meno sangue. Ma sufficiente per una normale funzionalita’ dell’utero ed evidentemente per la maggior parte delle gravidanze.
Peso 120 kg quindi non mi vogliono operare ho un fibroma molto grosso ho 52 e ho ancora le mestruazioni. …il ginecologo mi ha detto che andando via le mestruazioni va via anche il fibroma
120 Kg sono tanti ma non sono una controindicazione assoluta. E’ vero che con la menopausa il fibroma si riduce, ma non e’ una cosa automatica ed immediata. Non so cosa consigliarle senza sapere quanto è grosso il fibroma e che sintomi da. A 52 anni nella maggior parte dei casi e’ giusto aspettare, a meno che i sintomi non siano importanti.
buongiorno dottore, ho due fibromi grossi. uno di 12cm e l’altro di 9cm. non ho ancora figli e ho voglia di averli. con l’embolizzazione i miei fibromi riusciranno a ridursi e diventare molto piccoli da poter avere una gravidanza a termine? ha embolizzato donne con una situazione simile alla mia? ovvero due o tre fibromi grossi e dopo la sua paziente è riuscita a coronare il sogno di maternità senza problemi?
Ovviamente non si puo’ prevedere il futuro se non attraverso la statistica e la statistica dice che nella maggior parte dei casi la riduzione volumetrica dei fibromi migliora la fertilita’ di un utero fibromatoso. Abbiamo casi di gravidanze condotte senza problemi in uteri pieni di voluminosi fibromi. Per il suo caso specifico ovviamente vanno valutati molti parametri, compresa riserva ovarica e posizione dei fibromi.
io vorrei info in merito alle microsfere embolizzanti e quale è il diametro che usa di solito
Questa domanda cosi’ tecnica mi sorprende e mi chiedo come mai le interessa. Come se chiedesse al chirurgo che tipo di filo per sutura o che punta di bisturi. Comunque le rispondo volentieri: io preferisco le microsfere calibrate rispetto alle piu’ economiche particelle di PVA che pure sono molto efficienti ad un costo molto minore. Quelle più utilizzate sono di diametro da 500 a 700 micron. Se esiste un nido centrale molto vascolarizzato e scarsi rami anastomotici bassi ovarici si inizia con particelle di diametro minore. Solitamente non uso mai particelle di diametro minore a 300 micron. Conunque se il vostro chirurgo interventista usa il PVA e non le microsfere calibrate non preoccupatevi. Dipende molto dall’esperienza personale ed i risultati sono ottimi anche con queste particelle se l’operatore e’ esperto e sa quello che fa. I risultati dipendono dalla bravura ed esperienza del medico e non dal materiale utilizzato.
Buongiorno dott. Magnano, dopo 4 mesi dall’embolizzazione di un fibroma di circa 10 cm mi sono ritornate, purtroppo, le emorragie….mi sa gentilmente spiegare il perché? Può essere dovuto al tipo di materiale utilizzato, forse scadente, che è stato “riassorbito” dall’organismo e quindi non ha occluso correttamente le arterie uterine?
grazie mille per la risposta professore. Io personalmente sono stata trattata con particelle inferiori a 300 micron e ho riportato amenorrea permanente, per questo ho posto la domanda.
Vorrei sapere quanto dura un’Intervento in genere?
dura da 1 a 2 ore compresa la preparazione, il lavoro dell’anestesista e la compressione del punto di accesso arterioso. La durata media è 70 minuti dall’ingresso all’uscita della sala operatoria. Il ricovero ospedaliero prevede due notti. Solitamente il terzo giorno si va a casa senza nessun problema, nessun dolore, nessun fastidio, nessuna medicazione o punti da togliere. Si puo’ guidare l’auto e tornare al lavoro.
La ringrazio Dottor Magnano per la sua risposta.
Da quello che mi risulta oltre a iniettare il materiale embolizzante ci sono anche tempi morti per far sedimentare il materiale.
Senza considerare la preparazione e la chiusura dell’arteria in genere quanto dura l’intervento che magari varia caso per caso?
In merito alla durata reale dell’intervento le posso confermare che la maggior parte degli interventi fatti da me durano da 25 a 45 minuti. I tempi di fluoroscopia (durante la quale sono presenti le radiazioni ionizzanti) non superano quasi mai i 10 minuti con una dose radiologica molto bassa che comunque viene registrata dall’apparecchio e valutata .
Buongiorno,
Io mi sono sottoposta ad embolizzazione a febbraio , dopo un mese ho espulso il fibroma ma non mi è più tornato il ciclo. Mi hanno appena diagnosticato la sindrome di Asherman . Volevo capire se capita spesso con l’embolozzazione o mi ha proprio detto male…
Grazie
buongiorno, e grazie x aver risposto. I miei fibromi sono intramurali. sono un problema i fibromi intramurali? e poi non so cosa sia la riserva ovarica.
La riserva ovarica e’ la capacità residua delle ovaie di produrre ovuli . SI riduce con l’età e solitamente e’ bassa alla fine della quarta decade di vita. Si valuta con dosaggio di alcuni ormoni, in particolare FSH ed estradiolo.
Inoltre i fibromi intramurale solitamente sono quelli che danno meno problemi ed anche i piu’ frequenti. Esiste una controindicazione generica sui fibromi peduncolati.
Ci sono le recidive? E con che frequenza? Può indicare una percentuale? Si puoi, eventualmente, ricorrere ad un altro tipo di intervento (laparoscopia o isterescopia) o ad un’altra embolizzazione? E a che distanza di tempo?
Togliere l’utero che cosa può comportare (oltre al fatto di diventare sterili)? A livello “anatomico” cosa accade quando una donna viene privata di questo organo? Può andare in menopausa precoce? Soffrire di depressione? Avere problemi d’incontinenza? Avere difficoltà nei rapporti sessuali o non provare più alcun tipo di piacere?
Perde la sua femminilità? Invecchia precocemente? Può avere altre patologie?
Laura mi pone molte domande , spero di non essere troppo sintetico perche’ lei tocca molti argomenti . L’embolizzazione puo’ risultare insufficiente , in questo caso la riduzione volumetrica del fibroma potrebbe non essere all’altezza delle aspettative con persistenza dei sintomi. Inoltre i noduli trattati potrebbero ricrescere per una embolizzazione insufficiente oppure una riperfusione da parte di vasi che si riabitano. In questi casi che rappresentano circa il 10% secondo la maggior parte delle casistiche (ma alcuni portano una percentuale maggiore) esistono due strade: Una nuova embolizzazione che consente di completare il lavoro oppure una miomectomia laparotomica o laparoscopica.
L’isterectomia sarebbe una grave sconfitta visto che il nostro scopo e’ proprio evitare questo intervento demolitivo.
I ginecologi praticano l’isterectomia continuamente e sono tantissime le donne che vivono bene e normalmente senza l’utero, ma si tratta di un intervento che a me non piace, se non quando è proprio necessario. Sono frequenti i casi di cistocele post isterectomia (la vescica si abbassa non essendoci piu’ l’utero con ristagno di urina e incontinenza) oppure le aderenze con le anse intestinali che occupano la sede lasciata vacante dall’utero . Io credo che se è possibile evitare l’isterectomia essa va evitata. E l’embolizzazione e’ un’arma molto buona che possiamo utilizzare per evitare l’asportazione dell’utero e le “seccature” ad essa collegate. Se viene asportato soltanto l’utero e non le ovaie non ci sono problemi di tipo endocrino (lei parla di invecchiamento precoce). Inoltre la sessualita’ non viene modificata.
La depressione potrebbe aversi come dopo molti interventi chirurgici e legata anche alla scomparsa del ciclo ed alla realizzazione di non essere piu’ fertili, ma si tratta di un problema temporaneo che viene superato con facilità (depressione reattiva e non depressione vera).
Quali sole le cause di un’embolizzazione “insufficiente”?
Buonasera dottore, ho fatto l embolizzazione 2 anni fa per 1 fibroma di 10 cm. Ad oggi nn ho risolto un gran che. Intanto il fibroma è subito diminuito di 3cm e niente più. Il ciclo prima dell intervento era 5/6 giorni, subito dopo l intervento 11 giorni, poi si è fermato a 8/9 giorni, il 5 giorno aumenta come se stesse iniziando. Ora da 1 anno mi si è sballato il ciclo e cioè mi viene molto in anticipo, anche dopo 15 giorni oppure 1 mese salta. Da aprile sto avendo cicli emorragici, che devo fermare col tranex, cosa che nn mi è mai successo neanche prima dell intervento, nonostante fosse un fiume il 2 e il 3 giorno, ma almeno finiva. Dalle ecografie risulta mi dicono come incapsulato, medici che nn accettano l embolizzazione,nn è vascolarizzato, nn capisco quindi perché nn si è più rimpicciolito , e perché il ciclo da 5/6 giorni sia passato a 8/9. Mi dicono che l unica soluzione è togliere tutto. Ho 51 anni io spero di andare in menopausa.nn sono riuscita a fare una risonanza a causa degli attacchi di panico. Grazie e mi scusi per essermi dilungata
Certamente la risonanza sarebbe utile, ma se mi dice che non riesce, pazienza. La riduzione volumetrica dopo l’embolizzazione non è prevedibile con certezza perche’ dipende anche dall’eterogeneità delle tipologie di cellule presenti nel fibroma, dalla compomente dell’impalcatura stromale, dalla vascolarizzazione. Capita purtroppo di ottenere delle riduzioni di volume inferiori al 30%, ma anche in questi casi la scomparsa dei sintomi ed in particolare delle emorragie abbondanti e’ sempre ottenuta con ottima soddisfazione. Nel suo caso evidentemente ci sono dei rami arteriosi che sono riusciti a sfuggire alle particelle embolizzanti oppure che per qualche motivo si sono riaperti. Io non consiglio l’isterectomia che va sempre evitata per questa patologia benigna, le consiglio una nuova embolizzazione per il completamento dell’opera. Scelga un posto dove abbiano una buona esperienza e vedra’ che il problema si risolvera’ immediatamente.
Quali sono le cause di un’embolizzazione “insufficiente”?
Le cause sono molteplici. Qualche volta dipende dall’esperienza modesta dell’operatore (ce ne sono molti con pochi casi ) , oppure certe volte anche un operatore esperto quando vede la presenza di un circolo anastomotico utero-ovarico anomalo temendo di embolizzare anche le ovaie deve sospendere la procedura prima di avere ottenuto un risultato completo. Qualche volta si possono riaprire dei vasi chiusi per riduzione di spasmo o per assestamento delle particelle. Ritengo che una percentuale accettabile di risultati insufficienti con necessita’ di reintervento sia inferiore al 10%: 1 su 10.
Buongiorno sono Alba io sono stata operata 19.6.2018 da fibrome era grande 7 cm dopo la cure con esmya per 3 mesi niente risultato quando mi sono operata mi hanno deto tutto a posto verso fine agosto ho fato un altro ecografia sono uscita che avevo un altro fibrome 1.5cm piu 4 ciste io dolore non ho ne anche emorragia come si puo fare in questi casi perche dopo 3 cesari 2 della nascita di miei figli e una di fibrome sono 31 anni grazie
Alba cosa dice il medico che ti ha operata?
Ovviamente per il caso specifico deve parlare con il suo medico. In via generale posso dire che un fibroma recidivo post miomectomia di 1,5 centimetri non e’ una cosa rara e se asintomatico non necessita di trattamento. Lo tenga sotto controllo con ecografie periodiche.
Buonasera Dottore , il mio problema è un utero fibromatoso con fibromi multipli e voluminosi ( il mio ginecologo dice “ corpo uterino deformato da almeno 30 miomi per un volume complessivo pari a 24 settimane “) mi ha consigliato un intervento laparatomico di miectomia multipla! Vorrei sapere da lei se in queste condizioni potrei sottopormi a embolizzazione? La ringrazio.