Secondo alcune statistiche l’isterectomia, ovvero la rimozione chirurgica dell’utero, è secondo alcune statistiche l’intervento più frequente dopo il cesareo.
Questi dati, assieme al numero sempre più elevato di fibroma fighters che mi raccontano di medici e ginecologi che propongono loro questo spaventoso intervento come unica soluzione possibile nella battaglia contro i maledetti fibromi, mi hanno portata ad effettuare una riflessione più profonda su questo tema, trattato in generale, a mio avviso, con un po’ troppa leggerezza.
Ho deciso quindi di intervistare, a tal proposito, la professoressa Dalla Costa.
Mariarosa Dalla Costa, docente di Sociologia politica all’Università di Padova, è figura storica del femminismo internazionale e autrice del volume “Isterectomia. Il problema sociale di un abuso contro le donne“. Tale libro, che mi riprometto di procurarmi e leggere a breve, parla appunto delle conseguenze negative dell’isterectomia a livello fisico e psichico e delle alternative possibili. Questi temi sono affrontati unendo le voci di studiose e studiosi, medici, magistrati, donne pazienti e donne operatrici della sanità.
La professoressa Dalla Costa scrive per denunciare l’abuso che spesso avviene di questa operazione e invitare le donne a non accettarne passivamente la proposta, ma a sottoporla a verifica parlando con altri medici e possibilmente con ginecologhe, di regola meno propense a interventi demolitori.
Mi sembra davvero un personaggio interessante, Mariarosa Dalla Costa, che ha tra l’altro aperto agli inizi degli anni Settanta il dibattito sul lavoro domestico e sulla donna come riproduttrice della forza-lavoro, facendo ricerche in Europa, America e Africa.
Ho molte domande da rivolgerle, e sono certa che la sua disponibilità ad un confronto sia interessante anche per le amiche che visitano il mio blog. Quindi, come sempre, invito tutte quelle che lo desiderano ad effettuare le loro domande alla professoressa Dalla Costa nei commenti du questo post.
Io nei prossimi giorni prepararò le mie.
Grazie in anticipo a tutte quelle che mi scriveranno e grazie, soprattutto, a Mariarosa Dalla Costa.