Con un po’ di ritardo pubblico la storia di Gioia, che è speciale perchè è suo marito a raccontarmela (sono tanto felice quando è un uomo a scrivermi, perchè si tratta sempre di email piene di preoccupazione e di amore per la donna che hanno accanto, il che mi commuove sempre parecchio..)
a mia moglie che ha 36 anni è stato diagnosticato un “mioma sottosieroso di circa 8 cm di lunghezza in prossimità dell’istmo”.
Tale diagnosi è stata poi ripetutamente confermata da un ecografia e quindi da una risonanza magnetica.
La ginecologa di mia moglie nella stessa provincia dove abitiamo è subito stata perentoria, va assolutamente operato, conosco un bravo chirurgo, tempo due mesi e te lo toglie.
Ci sono però venuti dei dubbi all’epoca e abbiamo sentito altri pareri tra i quali quelli di un ginecolologo di Reggio Emilia, che mia moglie ha trovato documentandosi in rete, ha detto che il problema era a monte, il fibroma è l’effetto ma andava analizzata la causa, da ascriversi in una possibile insulinoresistenza di Gioa, che si evince dalla sua obesità (circa 90kg di peso per 160 cm di altezza, che arrivarono a seguito di SCOMPENSI ORMONALI circa 10 anni fa, prima pesava 48kg nb) per cui le prescrisse il Coriolus Versicolor associato a vitamina C, che avrebbe regolarizzato il metabolismo. Mia moglie per un po’ lo ha preso, poi poichè vogliamo tantissimo dei bambini ma non venivano (tra l’altro Gioia soffre di vaginismo), dopo 3 anni di tentativi ci siamo affidati ad uno dei tanti centri per le PMA, dove ha letteralmente ignorato la presenza del fibroma, e da Ottobre 2018 già a Gennaio 2019 dopo una iperstimolazione (Meropur 75 ui e altri farmaci tra cui il Prontogest) una dottoressa dello staff ha individuato un follicolo e ha detto che era pronta per la IUI che è stata eseguita il 17 Gennaio e non è andata a buon fine.
A quel punto siamo andati di nuovo dalla prima ginecologa che ci ha indirizzato in un centro di sua fiducia il Centro Florence, dove il dottore la prima cosa che ci ha detto, confermando la tesi della ginecologa è “prima di tutto operare il mioma“, ma non ci ha dato alcun nominativo di medici, cosa che invece ha subito fatto la ginecologa, indirizzandoci al dottor Calcagno del Santo Spirito di Roma.
Il Dott. Calcagno ci ha spiegato che l’unico metodo è la laparotomia, ossia aprire tutta la pancia, che la laparoscopia non è consigliabile perchè si taglia il fibroma in tanti pezzetti e se c’è una cellula maligna può entrare in circolo, e ha detto pure IO DEVO ESSERE CORRETTO, C’E’ UN MINIMO RISCHIO CHE SE SI VERIFICA UNA EMORRAGIA SI DEVE PROCEDERE ALLA ISTERECTOMIA.
Mia moglie è determinata ad operarsi, e mi ha anche pregato di non metterle ansia perchè comunque vorrebbe affrontare l’operazione con serenità. Comunque le ho suggerito di tornare dal dottore di Reggio Emilia perchè mi era sembrato più possibilista, io sono sincero ma non riesco a non pensare che il chirurgo ragiona da chirurgo, taglia e fa il suo lavoro e poi se ti deve portar via tutto l’utero e svuotarti e renderti sterile per lui è solo una “spiacevole complicazione”, e invece vorrei affidarmi ad un altro centro di fertilità magari pubblico per avere un altro parere “svincolato” dalla cerchia di conoscenze della ginecologa che ormai è ferma nella sua tesi chirurgica.
Siamo tornati dal Dottore di Reggio Emilia, il dr Cerami e mia moglie ha detto “dottore io vorrei operarmi il fibroma” e il medico le ha detto “va bene possiamo farlo tranquillamente” e Gioia ha chiesto con quale tecnica, lui ha risposto “LAPAROSCOPIA”, ossia una piccola incisione da cui estrarre la massa neoplastica, in netto contrasto con quanto il medico del Santo Spirito, Calcagno invece aveva stabilito.
Poi Gioia ha chiesto se questo metodo fosse assolutamente sicuro e ovviamente il dott. Cerami ha detto “che nulla è certo”.
A me pare che Calcagno voglia solo intervenire con una tecnica che conosce meglio, a scapito di metodologie nuove e più efficaci e meno rischiose, Ma non vorrei essermi fatto un idea sbagliata. Nel frattempo siamo nella lista dei pazienti in attesa di intervento sia al Santo Spirito che all’Ospedale di Scandiano, ovviamente Gioia preferirà il Santo Spirito di Roma.
Sono riuscito a convincerla prima della data dell’operazione (tempo due mesi stimati dal 22 aprile quindi già se n’è andato uno e giovedi 23 deve scendere al Santo Spirito a farsi le analisi pre operatorie) a sentire almeno un altro parere, a Perugia, ma vorremmo avere il massimo di informazioni possibili a riguardo, perchè con la salute non si scherza e vorremmo essere assolutamente tranquilli, e vorremmo avere dei bambini.
Ci potete dare qualche consiglio? Il tempo stringe e io sono in un ansia terrificante, ho davvero paura che Gioia finisca con essere privata del sogno di essere mamma.
Vi ringrazio di cuore per la gentile attenzione e Vi saluto cordialmente.
Al marito di Goia ho dato un po’ di informazioni su laparoscopia e laparotomia, soprattutto sul tema della morcellazione del fibroma e quindi dell’effettiva possibilità che nell’utero si diffondano eventuali cellule maligne.
Negli ultimi aggiornamenti, mi ha raccontato che Gioia è stata visitata all’Ospedale di Perugia, dove una ginecologa molto gentile e preparata ha confermato la presenza del fibroma, ma ha anche confermato che essendo sottosieroso non dovrebbe dare alcun problema all’instaurarsi di una gravidanza. Ed ha anche detto che nella ipotesi che Gioia volesse rimuoverlo si può fare tranquillamente in Laparoscopia, ci sono 6 mesi di attesa prima di tentare una gravidanza e non 1 anno come dicevano al Santo Spirito e che allo stato attuale delle cose non c’è alcun pericolo di perdere l’utero.
Però..
La ginecologa di base qui in provincia di Viterbo (una terrorista!!!) che diagnosticò per prima il fibroma e che ha indirizzato da un medico che ha una clinica di fertilità (al quale aveva telefonato e ce lo ha detto chiaramente ha “suggerito” cosa doveva fare mia moglie) e l’altro chirurgo del Santo Spirito che era già pronto con camice e bisturi, hanno sostanzialmente creato in Gioia delle certezze sulla ineluttabilità dell’operazione e della rischiosità della stessa, fino al punto che anche se la portassi in capo al mondo, e le facessi sentire i pareri di tutti gli scienziati della terra, per mia moglie resterebbe il sospetto che “i più pessimisti hanno ragione”.
Hanno lavorato bene, maledettamente bene per crearci del disagio.
Il tutto parte dal fatto che la PMA che ha tentato Gioia a Gennaio è andata male, e si è messa in testa che la colpa è del fibroma.
In realtà la ginecologa oggi ha detto che non si può affatto ascrivere a questo, a maggior ragione che questo fibroma è esterno.
Cara Gioia, non ho più ricevuto aggiornamenti da tuo marito. Nel momento in cui pubblico la storia quindi tu potresti anche esserti già sottoposta ad un intervento chirurgico. Voglio pensare che tutto volga al meglio, soprattutto perchè hai accanto un uomo speciale, in grado di comprendere le tue preoccupazioni e le tue paure e pronto a prenderti per mano per superarle insieme.
Non è cosa da poco, stanne certa. Insieme siete forti, come lo stiamo stati io e mio marito, e non c’è battaglia che, uniti, non possiate vincere. Aspettiamo vostre notizie!
Buongiorno e piacere, @Ele, come posso contattarti in privato?
Scrivendo a scrivici@maledettofibroma.com. Ti aspetto!
Ok, grazie
Auguri