Pubblico con piacere (e pure con un po’ di ritardo .. scusa Carlotta!!) la mail di Carlotta che, quando mi ha scritto, stava valutando di sottoporsi ad embolizzazione. Carlotta ha poi confermato la sua scelta e ora stà bene. A me sembrava comunque carino pubblicare la sua bella mail.
“.. innanzitutto grazie per questo Blog per il libro e per le indicazioni illuminanti. Giusto per fare un breve resoconto della mia esperienza, ho 40 anni e la mia vita coi fibromi è iniziata nel 2010, anno in cui ho scoperto di averne diversi che proliferavano nel mio utero, e anno in cui sono stata operata per la prima volta di fibromi.
La scoperta è avvenuta a gennaio del 2010 e a settembre sono stata operata in laparoscopica per l’asportazione di di fibromi, presso l’ospedale di Fidenza (PR). L’intervento non ha avuto particolari problemi, se non fosse per un post operatorio che ho vissuto piuttosto male, più per aver mal tollerato l’anestesia e l’aria insufflata nella pancia (mi si è infiammato il nervo sciatico e ci ho impiegato un paio di mesi a ritornare a posto) che per l’intervento in sé, che mi ha lasciato solo una cicatrice più grande del previsto perché uno dei fibromi era piuttosto gradino.
Già poco tempo dopo l’intervento sono riapparsi due piccoli fibromi (che forse non erano stati asportati nell’intervento perché erano troppo piccoli). Ho sempre temuto monitorata la situazione appoggiandomi ad una ginecologa bravissima che mi ha aiutato fin da subito, con l’utilizzo della medicina tradizionale cinese, e indicandomi una nutrizionista che mi ha dato indicazioni su come mangiare per avere il minor numero di problemi possibile.
Negli anni i miei fibromi sono aumentati anche se non in maniera troppo rapida, sia di volume che di quantità. Ad oggi ne ho 6 che vanno dai 2-3 cm ai 7-8cm. Io non soffro di nessun tipo di dolore fisico, curando l’alimentazione e facendo una vita per lo più sana non soffro neppure di mal di testa, ma negli ultimi due anni il flusso è diventato così abbondante da fare precipitare la mia anemia in un baratro senza fine, oltre ad essere per diversi giorni anche abbastanza ingestibile. L’estate è il mio incubo, pressione bassa, senso di stanchezza a non finire, pianificare la mia vita intorno ai giorni in cui non avrò il ciclo. Porto ormai mutandine per incontinenti, la gestione del flusso per i primi 3 giorni è pazzesca. La mia emoglobina è scesa intorno agli 8 e il mio ferro è quasi inesistente. Poco tollero la cura via bocca e quindi mi hanno prospettato flebo di ferro.
Su suggerimento della mia ginecologa sono andata a parlare con un chirurgo dell’ospedale della mia città, per altro qualificato come molto bravo, che ha dato il suo verdetto, laparoscopia conservativa o microlapatoromia (più su mia richiesta che su sua proposta) dopo un ciclo di Esmya e una buona dose di ferro per riportare i miei valori ad un livello che mi permetta di affrontare l’intervento senza rischio di trasfusione.
Sono uscita dì lì un po’ rassegnata all’idea di farmi operare, ma assolutamente non disposta all’utilizzo di Esmya. Purtroppo io e i farmaci non abbiamo una grande relazione, in passato mi sono sempre rifiutata di prendere anche pillole. In famiglia abbiamo familiari con il tumore al seno e io sono già nello screening preventivo, che che ne dicano l’utilizzo di farmaci che interagiscano con certi ormoni non sono particolarmente consigliati ha chi ha un certo tipo di storia familiare.
Il chirurgo uscendo mi ha detto che mi metteva in lista e che mi avrebbe operato anche se avessi deciso di non prendere Esmya.
Vi confesso che uscita di lì ero un po’ scombussolata, qualcosa non mi ha convinto, mi sono sentita il numero di una statistica, non mi sono sentita ascoltata nemmeno quando, ho fatto notare al medico, che io sono portatrice sana di anemia mediterranea e che comunque, la mia emoglobina non ha mai superato valori tra il 10 e l’11. Non so come spiegarlo, ma sono uscita di lì con poca voglia di mettermi nelle sue mani. Poi ho cercato e ho trovato questo blog. Ho parlato con amiche operate, altre che hanno preso esmya, medici anche non ginecologi e tra le varie ricerche sono rimasta colpita dalla possibilità di fare in intervento di embolizzazione, è come se leggendo, opinioni e tecnica mi fossi illuminata. Ho contattato il Dott. Lupattelli e domani andrò a Milano per la visita.
Nel frattempo mi sono convinta che non assumerò Esmya e che se non potrò sottopormi ad embolizzazione, comunque andrò per l’intervento ma senza nessun farmaco.
Sul tema fibromi, che pare tanto comune, mi sento sempre poco compresa, lo vivo con disagio, grazie a dio non sto così male da dover fare tutto di fretta, la mia ginecologa di fiducia mi ha consigliato di provare Esmya, ma per la prima volta in tanti anni mi sono permessa di non ascoltare il suo consiglio. So che tra le fibroma fighters ci sono tante esperienze e leggendo il libro ho trovato qualcosa di me in ognuna, pur in percorsi tutti diversi tra loro.
Oggi vorrei solo sapere l’esperienza di chi si è sottoposta ad embloizzazione e un po’ di comprensione, perché davvero non riesco a trovarla. Mentre scrivo o parlo dei miei fibromi mi commuovo sempre un po’ e faccio fatica ad andare avanti.
Io per il momento vorrei solo preservare il mio utero ed avere l’approccio meno invasivo possibile avendo già subito un itervento vorrei risparmiarmelo. Per il resto seguo e ho seguito tante terapie alternative che hanno mantenuto sempre il profilo dei dusturbi ad una soglia bassissima, la sparizione del dolore, dei gonfiori e una crescita relativamente lenta dei Maledetti, ma vorrei evitare di subire interventi fino alla menopausa, ma sopratutto voglio evitare le cure a base di ormoni.
So che tra di voi ci sarà qualcuno che mi capirà.
Intanto grazie per la possibilità di leggervi e di condividere con voi l’esperienza. Domani sera avrò novità dopo la visita con Dott. Lupattelli. Grazie per esserci Carlotta
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