Certo che sei proprio un Maledetto ..

Maledetto Fibroma Il Libro

Questa mattina il Maledetto Fibroma ha deciso di ricordarmi la sua presenza.

Anche se mi sono “concessa” tre bellissimi mesi senza ciclo e senza dolori non ho mai dimenticato la presenza del maledetto, pertanto non era necessario che ribadisse la sua presenza con tanta foga.

I crampi sono arrivati appena ho messo i piedi giù dal letto. Sono partiti dal fondoschiena e, come sempre, hanno provocato dolori lancinanti un po’ dappertutto (schiena, sedere, ventre). Le solite insopportabili fitte. Come essere trafitta da mille spade.

Non sono riuscita a rimanere in piedi neanche pochi minuti. Mi sono dovuta sdraiare e, in preda ai crampi, ho ingurgitato due biscotti e poi subito il Nimesulide (ho scoperto con orrore che il Sinflex era finito!). Mi veniva da piangere. Avevo paura.

Il bighi mi ha massaggiata a lungo e anche Giorgia mi accarezzava con le sue minuscole manine e ogni tanto mi dava un bacino. Che tenera che è! Ho stretto i denti. Ero (e sono) così arrabbiata!

Dopo circa mezz’oretta ho iniziato a stare meglio.

Ed ora eccomi qua, sola a casa. Questa mattina invece sarei dovuta andare in Ludoteca con Giorgia. E’ da tantissimo che non la porto io. Invece sono arrivati i nonni, un perfetto e tempestivo team di soccorso (e davvero non finirò mai di ringraziarli!). Giorgia è uscita con il nonno e dopo varie rassicurazioni sono riuscita a convincere mia mamma che stò meglio e che poteva andare tranquilla in palestra.

Ora però mi sento un po’ sola. Ho paura di come andrà.

Non voglio stare male. Non so cosa fare. Ho tanti impegni ai quali non voglio rinunciare.

Stasera c’è la cena con Luca, concordata da un sacco (il Luca che vive un po’ in Svizzera e che ha comprato la prima scatoletta di Esmya), domani molti impegni lavorativi e poi la seconda lezione del Corso di scrittura narrativa (devo ancora finire i miei “compiti!), venerdì l’open day alla nuova Scuola Materna e sabato e domenica carri di Carnevale, amici e commissioni.

Non voglio ricominciare a dire: “Non riesco a venire”.

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