Il mio utero è perfetto!

Erano passati più di 5 anni dalla mia ultima visita ginecologica, avvenuta poco dopo la nascita di Matteo.

E così, complici un paio di cicli un po’ più abbondanti del solito, una sottilissima vocina nella coscienza, e comunque la mia costante attenzione alla tematica dei fibromi, rinnovata a breve con la partecipazione al convegno di Roma, ho deciso di tornare dal dr Camanni per una visita.

L’attesa nella sala d’aspetto per qualche brevissimo istante ha risvegliato in me vecchi pensieri. Quante volte ( non saprei più contarle perchè sono state troppe davvero, ed anche perchè è passato ormai tanto tempo) mi sono trovata nella sala d’aspetto di un ospedale o di uno studio medico pregando di avere una buona notizia, un responso diverso, una strada percorribile.. Certe sensazioni non ci lasciano mai per sempre, e a volte sembra basti davvero poco per farle riaffiorare.

Però questa volta è stato diverso. Questa volta ero lì nella massima serenità, anzi felice di rivedere dopo tanto tempo il dr Camanni.

L’ecografia che mi ha effettuato il dottore ha rivelato un utero perfetto! E’ stato bellissimo sentirselo dire!

Mi è tornato in mente quando, appena sveglia dopo il mio intervento in mini laparotomia, il dottore mi aveva rassicurata di aver completamente rimosso il mio maledetto fibroma.

“Come faccio a non farlo tornare?” avevo chiesto.

“Questo lo sai tu” mi aveva risposto lui.

E quindi il dottore oggi mi ha detto anche “Brava, non l’hai fatto tornare!“.

Mi sono tornate in mente anche tutte le volte in cui mi sono sentita dire che il mio utero era fibromatoso e che i fibromi sarebbero tornati sempre. Tutte le volte in cui mi hanno lasciata senza speranza, senza una possibilità alcuna.

Con il dottore abbiamo ancora parlato molto di questa questione. Lui ritiene un suo preciso dovere medico quello di offrire a chi gli si rivolge quante più alternative possibili, anche indirizzando le pazienti ad altri specialisti, e sempre tenendo conto dei desideri e delle esigenze di chi ha di fronte.

E io sogno che questo coscienzoso atteggiamento  non resti un caso isolato, una condizione da cercare con il lanternino, ma l’unico plausibile.