La storia di Flora che vive come se avesse un fibroma

Maledetto Fibroma Il Libro

Quella di Flora è una storia singolare: non ha un fibroma eppure vive  come se lo avesse.

Deve combattere un nemico che ancora non conosce e per questo motivo ha bisogno del nostro supporto.

La sua complicata vicenda ha inizio due anni fa quando, a causa di un ciclo eccessivamente abbondante, si rivolge alla sua ginecologa.  E nonostante durante il controllo non emerga nulla di anomalo, le emorragie di Flora continuano per circa sette mesi.

A peggiorare le sue condizioni è un farmaco che agisce sulla prolattina e che Flora deve assumere per curare una forte depressione. Il suo peso diminuisce drasticamente; durante le vacanze estive, quando Flora sente di stare finalmente meglio, ecco che il ciclo ritorna, abbondante, due volte al mese.

Il secondo controllo dalla ginecologa non dà alcun esito: secondo la dottoressa Flora è sana. Il suo, è un problema nervoso. Tuttavia, la sua ginecologa decide di somministrarle la pillola Visanne per mettere a riposo, dice, utero e ovaie.

Ma dopo venticinque giorni il ciclo ritorna, ed è abbondante e invalidante più dei precedenti.

Flora sente di non avere più speranze se nemmeno questo farmaco potrà aiutarla.

Ripensa alla sua vita di prima,  ne ha nostalgia e  la rimpiange esattamente com’è accaduto a molte di noi quando, in preda a dolori lancinanti e stremate dall’anemia e dalle emorragie, ripensavamo ai periodi in cui un fibroma non sapevamo nemmeno cosa fosse!

Difatti Flora scrive che il dolore e la paura sono in grado di cambiarci dentro, profondamente. Ed è vero. Ma questo non deve e non può impedirci di portare avanti la nostra battaglia!

“Voi con le vostre storie mi date il coraggio di andare avanti… Se ho imparato qualcosa leggendovi è questo: tenere duro, sempre” 

Siamo certe, cara Flora, che riuscirai a individuare il tuo problema. Grazie per aver condiviso con noi la tua storia di coraggio.

Resteremo in attesa del tuo lieto fine.

Un abbraccio

 

 

7 commenti

  • Lisa

    Ciao ma lembolizzazione viene effettuata per via vaginale o laparoscopica, io ho 47 anni , mi sono rifiutata di fare l’intervento di isterectomia ho subito due interventi, importanti di volvolo intestinale, come conseguenza due belle ernie, in seguito ad un emoraggia post intervento, dopo raschiamento diagnostico,mi è stato prescritto Esmya dopo tre mesi non ho ciclo, con la trasvaginale , il fibbroma di 6 cm non si è ridotto ma è rimasto uguale spero tanto ,di andare in menopausa.Ma temo sia lontana mi hanno detto che sarebbe arrivato di nuovo quel cicli emorragici invalidante, a voi cosa è successo dopo la cura?

  • Lisa, a me l’isterectomia la volevano fare a 35 anni, a mia madre la fecero a 38 anni e ha passato una vita tra la depressione e le perdite urinarie causa prolasso vescicale. Ho fatto l’Esmya, con me non ha funzionato, i miei fibromi non si sono rimpiccioliti per niente, e, comunque, se pure si fossero rimpiccioliti tieni presente che poi ricrescono, tempo cinque, sei mesi dalla sospensione del farmaco e sei come prima. Infatti è un farmaco utile in previsione di un intervento, non è risolutivo e definitivo. Mi sono, quindi, embolizzata al San Camillo di Roma. La mia storia è singolare perché se ho avuto dei benefici io, li può davvero avere chiunque. Ero cosparsa di fibromi, io ne avevo ovunque, quelli di circa 3 cm erano così numerosi che non hanno neppure provato a contarli, mai, nessuno. I più grossi erano 3, uno di ben 16 cm , uno di 12 cm e uno di 8 cm. Praticamente un caso disperato e i ginecologi non vedevano l’ora di tagliarmi tutto, facendo pure terrorismo psicologico su quello che mi sarebbe successo se non mi fossi fatta tagliare tutto. Al che, da sola, come un cane, di notte, navigando su internet, ho scoperto che esisteva l’embolizzazione uterina. Ovviamente molti ginecologi, non tutti, ma molti si, ne parlano male, sai com’è, loro non la possono fare, la fa il radiologo interventista, magari a qualcuno questa cosa fa rodere un po’ il … Quello. Comunque, mi sono embolizzata, sto benissimo e non sono ne’ esplosa ne’ ho subito danni. Non hai cicatrici, non hai tagli enormi ma solo uno, piccolissimo, di pochi millimetri, sull’inguine, non si vede niente. Da lì, con una semplice anestesia locale (niente anestesia totale ne’ altro) ti iniettano delle microparticelle che vanno a chiudere SOLO le vene che portano sangue al mostro. Chiuse le vene il mostro crepa e il corpo, man mano, lo riassorbe. Niente più problemi di fibromi perchè con quest’intervento mini-invasivo tutti i fibromi che si trovano nell’utero vengono uccisi contemporaneamente, le microsfere non vanno in altre vene perchè sono grandi quel tanto che basta per chiudere SOLO le vene che alimentano i malefici mostri. Il mio ciclo mestruale è perfetto, sto bene, non ho avuto alcun danno collaterale. Il mio consiglio è di NON farti togliere l’utero, vai serena da un radiologo interventista e fatti embolizzare, tantissimi ospedali pubblici lo fanno, costo zero e massima resa, tanti benefici. Non è un intervento pesante, guarda, è tutto molto semplice, sei completamente sveglia quando ti embolizzano e con gli antidolorifici senti poco e niente, è imparagonabile a un intervento di taglia & cuci, anche il decorso è davvero una sciocchezza paragonato a un taglia & cuci. Io l’ho fatto al San Camillo di Roma e se l’ho fatto io c’è speranza per tutte. No alle mutilazioni, no al terrorismo psicologico, no alle cavolate, il corpo è nostro ed è l’unico che abbiamo, quindi la soluzione non può essere peggiore del problema!?! Antonella

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