Il mio intervento in mini laparotomia – primo giorno

Maledetto Fibroma Il Libro

Poi vanno tutti via. Rimane solo mamma. Sono stanca ma non riesco a dormire. Non chiudo occhio tutta la notte. Anche se il peggio è passato sento una forte agitazione dentro di me. Quasi andrenalina.
Mamma mi ripete: “Cerca di riposare” ma non c’è verso davvero.
Parliamo per buona parte delle notte e aspettiamo che sia mattina.

Poi si fa giorno. Alle 5 il dr. Camanni, che stá per partire per Milano per effettuare un intervento all’ospedale San Giuseppe, viene a vedere come stó.
Mi dice che mi ha fatto un taglietto piccolo, come mi aveva promesso, e che il mio maledetto era proprio brutto brutto brutto.
Poi arriva il bighi e poi anche papá e dopo un po’ inizio a stare peggio. Ho una nausea fortissima, mi sembra di essere in barca, non ho forze, ho sonno ma non riesco a dormire e le infermiere non fanno che prelevarmi il sangue e misurarmi i parametri vitali (3 volte in una giornata!). Sono tutta piena di buchi!
E poi spostano una signora in camera con me (all’inizio ero sola) che stà male e non fa altro che russare fortissimo!
Il letto diventa caldo e scomodo ed è affossato al centro. Inizio ad essere insofferente.
L’infermiera vuole farmi alzare ma io ho tanta paura di riprovare quel dolore sentito quando mi hanno messa in piedi a forza dopo l’intervento del 2011. Mi faccio coraggio e ci riesco. Mi alzo e mi siedo sulla sedia .. Che faticaccia! Ma il dolore non è quello che pensavo .. Che bello!

Arrivano i medici. Un bel gruppetto di medici serissimi muniti di cartelle e distintivi. Uno di loro spiega agli altri che il mio è un caso di “fibroma espulsivo“.
Interessante .. Con il mio caso è nata una nuova classificazione dei maledetti!
Questo un po’ mi fa sorridere e un po’ piangere..

Ho fame ma non mi danno nulla.
Finalmente arriva sera e mi sono concessi un brodino ed un budino al cioccolato, apprezzatissimi.
La notte, di nuovo, non riesco a chiudere occhio. La mia compagna di stanza russa ininterrottamente, la ferita mi fa male, e vorrei tanto essere a casa mia.

 

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