L'esperienza di Antonella con un noto radiologo

L’esperienza di Antonella con un noto radiologo

Maledetto Fibroma Il Libro

Pubblico con molto dispiacere la mail di Antonella, che ci racconta la sua esperienza con un noto radiologo.  Ho deciso di omettere il nome del medico che lei cita perchè non ho voglia, nè tempo, di gestire l’ira del dottore (che comunque credo arriverà comunque), le sue minacce, e tutto quello che fa di solito.

Vorrei non dover mai più leggere parole come queste, ed invece purtroppo continua a capitare. 

Antonella ci tiene a sottolineare che lei è disponibile a supportare altre donne che hanno subito lo stesso trattamento e le piacerebbe entrare in contatto per aiutarsi.

Se volete la mail di Antonella o per chiarimenti scrivetemi in privato!

 

Ciao Eleonora, 

mi chiamo Antonella e ti leggo da un po’ (sia attraverso il libro che il sito).

Penso che condividere le esperienze sia fondamentale per orientarsi e scegliere, per questo vorrei che il mio caso possa aiutare altre donne a prendere delle decisioni consapevoli. Tu fai un grande lavoro a proposito e per questo ti ringrazio. Ti riporto la mia esperienza spero che tu possa veicolarla ad altre senza incorrere in problemi o altre grane… perché, ahimé, ti voglio parlare di ciò che mi è successo con un noto radiologo.

Ho 50 anni e un grosso utero fibromatoso che mi dà disturbi da ingombro e mi è stata consigliata l’isterectomia, che ovviamente vorrei evitare. Per questo piena di speranza mi reco a dicembre 2023 dal dr. *** a Milano per un consulto su una eventuale embolizzazione.

La ‘visita’ dura una mezz’ora e ne esco contenta e sollevata. In realtà avverto qualcosa di strano, perché in fondo non si tratta di una vera e propria visita, io porto con me un’ecografia vecchia di 10 mesi e dopo una veloce lettura il dottore inizia a parlare dei miracoli dell’embolizzazione e di quanto lui sia bravo, di quanto scrupolo mette nel seguire (da remoto) le pazienti anche dopo l’intervento, mi chiede se ho un’assicurazione, e mi informa che è meglio passare per l’assicurazione invece che per il SSN e che lui opera a Bologna e che quindi dovrò spostarmi da Milano a Bologna. Insomma, per farla breve, parla tanto ed è estremamente gentile ma in fondo (e questo lo capirò solo dopo) di informazioni tecniche e prettamente mediche non me ne dà, così come non approfondisce il mio stato di salute. Io però esco molto contenta: mi ha detto ciò che volevo sentirmi dire.

Chiamo la sua segretaria, come da lui suggerito, per procedere con i passi successivi. La segretaria non è affatto d’aiuto e nemmeno brilla in gentilezza: devo prima accordarmi con la mia assicurazione medica. Purtroppo però la mia assicurazione non rimborsa quel tipo di intervento (il dr. mi aveva invece detto che aveva lavorato con questa assicurazione) e ritorno dalla segretaria chiedendo di inserirmi in lista d’attesa con il SSN.

A metà gennaio, rispettando i tempi prospettati, vengo chiamata per l’intervento che sarebbe dovuto essere a inizio febbraio. Dò la mia disponibilità, poi mi vedo un messaggio della segretaria che chiede se il dottore mi ha parlato del consulto post intervento. Capisco che c’è qualcosa che non so. La sento e mi dice che il consulto post-intervento costa 2.000€, da versare prima dell’intervento stesso.

Io rimango sorpresa, perché durante la visita il dottore aveva sì accennato al fatto che con l’assicurazione lui economicamente ci stava dentro più che con il SSN, ma non mi aveva parlato di costi aggiuntivi né tantomeno aveva dettagliato cosa questi costi comprendessero. Così scrivo direttamente al dottore (che mi aveva dato il suo indirizzo mail per qualsiasi informazione e aveva sottolineato ‘qualsiasi’) per chiedere ragguagli su questo ‘consulto’, soprattutto se comprendeva visite o esami successivi e quali.

Il dottore ha fatto chiamare la segretaria per fissarmi un incontro di chiarimento, ho provato a chiedere di sentirci telefonicamente perché andare di nuovo a Milano nello studio dove riceve non è per me comodo e mi prende molto tempo. Ma non c’è stato verso, così lo incontro di nuovo a inizio febbraio.

La conversazione che abbiamo è un lungo monologo aggressivo da parte del dottore, non mi lascia fare una sola domanda e non mi lascia spiegare cosa mi serve sapere, nemmeno mi lascia dire che non ero lì per mettere in discussione il suo onorario o per valutare le sue capacità. Con estrema maleducazione ha aperto la porta invitandomi ad andar via appena terminato il suo copione di parole stizzite.

Ho quindi capito i meccanismi della comunicazione del dottore: sia la prima volta che la seconda non aveva fatto altro che parlare di sé stesso e auto-esaltare il suo lavoro. La prima volta si era venduto con dei modi deliziosi e mi aveva portato a fidarmi ciecamente, ma appena ho sollevato una domanda, ho chiesto un approfondimento, abbandonando la cieca fiducia che mi veniva richiesta, anzi imposta, il dottore si deve essere sentito messo in discussione, e questo lo ha portato, la seconda volta, a vendersi di più ma con un tono tutt’altro che gentile.

Io non ho nessun elemento per giudicare la sua bravura come radiologo, né sono titolata a stabilire quale sia il giusto compenso per quello che fa. Su questo non ci sono dubbi.

Per quello che concerne invece gli aspetti legati alla comunicazione e all’informazione posso testimoniare che c’è un problema enorme, problema che una persona razionale, informata, riflessiva e che esige di essere trattata con rispetto e che rifiuta ogni manipolazione non può accettare.

Ognuno si faccia la sua opinione, ma credo che sia giusto farsela su tutti gli elementi a disposizione e non solo sui numerosi e spesso generici commenti positivi che ci sono in rete. Ora capisco anche perché ci sono solo commenti positivi.

Ciao

Antonella

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