Sonia è una giovane donna di 37 anni che ha trasformato il dolore in opportunità.
<<Cercando soluzioni di ogni tipo, mi sono imbattuta in questo blog. Una parte di me si è aperta>> Scrive Sonia. <<E’ stato un tassello importante perché da qui è cominciata la rinascita con me stessa e con gli altri>>
Quella di Sonia è stata una convalescenza lunga e dolorosa. Ma la sua sofferenza, come vedremo, non è stata vana.
Il 14 ottobre Sonia ha subito un intervento di circa 4 ore per l’asportazione di tre fibromi uterini di 7, 5 e 2 cm. Una miomectomia laparoscopica, ci scrive, convertita in mini laparotomia.
Il risveglio è stato uno dei momenti più duri a causa del dolore lancinante che non le ha permesso di riposare. Un diffuso malessere non le ha dato tregua per circa sei giorni. Quando era ormai certa di poter camminare da sola ha avvertito come un blocco alle gambe accompagnato da un forte dolore nella zona pelvica. <<Vedrai che è un blocco mentale, devi rilassarti>> Le dicevano.
Eppure, la prima flebo di antidolorifico non ha avuto alcun effetto sul suo corpo. Diverse ore dopo è stata Sonia a dover richiedere la presenza di un medico che le ha poi somministrato tre cicli di un farmaco di cui purtroppo non ricorda il nome. Con la determinazione di sempre, Sonia ha riprovato ad alzarsi. Non camminava ma, come lei stessa ha scritto <<strisciavo i piedi a destra e a sinistra>> nel tentativo di compiere qualche passo.
E’ dopo l’ultima flebo che Sonia finalmente riesce ad alzarsi e sente che è giunto il momento di tornare a casa. I suoi familiari sono felici ma increduli.
Tuttavia la sua lotta non giunge ancora al termine; dalla cartella clinica risulta : idrosalpinge (raccolta di liquido serioso all’interno della tuba uterina) e tuba destra parzialmente convoluta che la obbligano a circa venti giorni di convalescenza e all’assunzione, per circa un mese, di Tardyfer e Folofill.
A casa Sonia prova comunque a camminare; giorno dopo giorno compie piccoli progressi. Prova e riprova senza arrendersi. Ma poi, accade qualcosa.
A causa di una dermatite seborroica, la sua dermatologa le consiglia di disintossicare l’ organismo, di eliminare il lattosio e di massaggiare la cicatrice con un gel. Questo gesto apparentemente semplice e quotidiano, riesce in qualche modo ad abolire <<Una specie di distanza>> scrive Sonia << che si era creata tra me e quel taglio, ristabilendo così un contatto reale con il mio corpo>>
Partendo proprio da qui, Sonia comincia a riflettere sulla sua alimentazione e sugli ingredienti che contengono i cibi che solitamente acquista.
Prende coscienza del fatto che il suo corpo (il fegato in particolar modo) le ha sempre inviato segnali a cui lei non ha dato ascolto e per questo motivo sente che è giunto il momento di informarsi, fare ricerche sulle erbe medicinali, preparare delle buone tisane e ridimensionare il consumo dei grassi e degli alimenti dannosi.
Ogni giorno Sonia prova a variare la sua dieta: sceglie ricette vegane, crudiste, vegetariane e tante altre ancora. Questa sua nuova coscienza alimentare le permette di vivere meglio.
<<Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei>> scrive Sonia << Porta con sé una verità profonda>>
Grazie Sonia per la tua preziosa testimonianza. Siamo felici per il tuo lieto fine! Un abbraccio
Brava Sonia, l’alimentazione semplice ed il meno industrializzata possibile gioca un ruolo fondamentale nell ‘aiutare l’organismo a recuperare e mantenersi sano.