Pubblico con piacere, così com’è, la testimonianza di Maria Elena. Maria Elena aveva un piccolo fibroma di 2cm che le causava un ciclo molto abbondante. Dopo il consueto pellegrinaggio, che ben conosciamo, tra vari ginecologi, Maria Elena ha incontrato il dr. Lupattelli e si è sottoposta ad embolizzazione.
Ecco com’è andata!
Buonasera,
la mia esperienza con un maledetto fibroma è nata qualche anno fa, quando ho iniziato a monitorare il piccoletto (appena 2 cm). Il maledetto, seppur di dimensioni ridotte, mi causava emorragie importanti che mi avevano ultimamente limitato parecchio il vivere quotidiano e ridotto drasticamente le energie. Ho peregrinato fra vari ginecologi: l’ultima mi ha riempito di ormoni che non hanno giovato davvero a nulla, anzi, chissà cosa mi sono ingerita… Mi ricordo bene quella domenica pomeriggio di fine gennaio: non ce la facevo davvero più a sostenere questi enormi sanguinamenti e, purtroppo, nessuno mi stava aiutando a trovare una soluzione.
Passato l’attimo di scoramento, ho pensato ad Internet, la Dea Variabile, che mi ha aperto le porte al mondo dell’embolizzazione. Ho approfondito il tema e mi sono chiesta perché i ginecologi non me ne avevano mai parlato. Per loro l’unica soluzione era un intervento chirurgico, con tutte le conseguenze del caso, aggiungo io. Era indescrivibile la rabbia che ho provato per non averne saputo nulla prima d’allora. Non ho avuto indecisioni: ho fissato un appuntamento con il dott. Lupattelli a Milano e, di lì a poco, sono stata embolizzata a Catania. Non ho assolutamente sentito alcun dolore per un paio di giorni dopo l’intervento, mentre è stato un po’ faticoso e doloroso il viaggio di rientro, con il Toradol giustamente stivato in valigia (sono bresciana e ho scelto Catania per l’immediata disponibilità). Ho ripreso il lavoro dopo qualche giorno: per stare meglio mi ci sono voluti una decina di giorni.
Ora sto davvero bene, le emorragie sono scomparse, ho una vitalità che non sapevo di avere! Sono diventata una paladina dell’embolizzazione: ne parlo a chiunque, non si sa mai, magari conosce qualche persona che ha quella problematica e che può trarne giovamento. Durante il mio breve “soggiorno” a Catania ho conosciuto, tra le altre, una giovane donna del sud con un trascorso rocambolesco tra trasfusioni, interventi chirurgici e tante altre sofferenze. Siamo in contatto da qualche mese: lei mi ha tenuto monitorata e io l’ho incoraggiata ad interrompere Esmya ed a farsi embolizzare. Sono contenta che questa mia nuova Amica abbia da qualche giorno deciso di interrompere la cura devastante che le avevano prescritto e di farsi embolizzare.
Ho sempre saputo che nella vita non bisogna mai arrendersi e questa ne è una prova. La riconoscenza nei confronti del dott. Lupattelli è indubbiamente infinita; sono certa che riuscirà a vincere la battaglia che consentirà di affermare la tecnica dell’embolizzazione. Grazie per avermi ospitato in questo prezioso blog! L’unione fa la forza!
Maria Elena