insorgenza e sviluppo dei miomi

Insorgenza e sviluppo dei miomi

Maledetto Fibroma Il Libro

Illustrando le diverse tipologie di fibromi e prima di riepilogare le tecniche di intervento maggiormente indicate in base a conformazione e posizione, il professor Ghezzi ha preparato per noi un approfondimento sull’insorgenza e sviluppo dei miomi.

Un tema sul quale spesso c’è confusione e incertezza, soprattutto quando si parla del sospetto di sarcoma.

Fibroma o sarcoma?

I fibromi, o più correttamente miomi, sono neoformazioni benigne che si sviluppano sia nel contesto delle pareti uterine sia in sede parauterina od ovarica.

Il primo punto da tenere in considerazione è che non possono mai diventare tumori maligni e pertanto il loro trattamento medico o chirurgico deve essere il meno invasivo possibile. La confusione sul rischio oncologico nasce dal fatto che la diagnosi differenziale tra un mioma ed un leiomiosarcoma (tumore maligno) non è sempre facile e può richiedere il ricorso ad esami radiologici di secondo livello quali la risonanza magnetica o l’esecuzione di ecografie ginecologiche di secondo livello eseguite da ginecologi con competenze specifiche.

Le cause dell’insorgenza dei fibromi

Il secondo aspetto da considerare relativo ai miomi è che il loro sviluppo non dipende da un particolare comportamento della donna, da un particolare tipo di alimentazione, dall’aver avuto una gravidanza o dallo stress. Pertanto la donna affetta da miomi non deve sentirsi in colpa di qualcosa in quanto l’unico fattore che conta per lo sviluppo dei miomi è l’ereditarietà e la presenza degli ormoni prodotti dalle ovaie durante il periodo della vita fertile, con un picco di incidenza dopo i 35 anni quando una donna su 5 sviluppa almeno un mioma. Questi in generale diminuiscono dopo la menopausa e, se di piccole dimensioni, possono non richiedere un trattamento per il resto della vita. Anche dopo la menopausa non possono trasformarsi in un tumore maligno o favorirne l’insorgenza.

Come scegliere il metodo di intervento

Il trattamento dei miomi deve quindi tener conto dei sintomi (mestruazioni abbondanti, sanguinamenti intermestruali, dolore durante le mestruazioni o dolore cronico, dolore durante i rapporti sessuali, sintomi da compressione degli organi vicini quali necessità di continuare urinare o difficoltà intestinali), dell’età (a 25 anni e a 50 anni il trattamento è diverso), del desiderio di gravidanza (con le tecniche di procreazione medicalmente assistita oggi a disposizione si può avere una gravidanza anche oltre i 50 anni), dagli eventuali precedenti interventi sull’utero e sulle ovaie (miomectomie, tagli cesarei, endometriosi) e del desiderio della donna di conservare o meno il proprio apparato genitale.

Fatte queste premesse vedremo come si possono trattare i miomi uterini cercando di schematizzare il più possibile senza la pretesa di essere esaustivo.

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