I fibromi non sono tutti uguali! Esistono infatti diverse tipologie di fibromi.
Molto spesso ci troviamo a sottovalutare certe differenze e a parlarne un po’ come se fossero tutti “della stessa pasta” (passatemi il termine). In realtà i fibromi presentano caratteristiche abbastanza specifiche in base alla tipologia cui appartengono, e proprio in base a queste specificità possono presentare più o meno sintomi. Possono inoltre essere affrontati con maggiore efficacia con una tecnica piuttosto che con un’altra.
Inanzitutto i fibromi possono essere singoli o multipli. Poi, in base alla loro posizione nell’utero ed alla loro conformazione vengono distinti in:
- fibromi sottosierosi (esterni all’utero)
- fibromi sottomucosi(interni all’utero)
- fibromi intramurali (nella parete dell’utero)
Come dicevo, in base alla tipologia di fibroma ci sono tecniche di intervento più indicate. Ne avevo già parlato con il dottor Camanni in un video, e per riprendere e approfondire il discorso ho chiesto aiuto al dr Ghezzi.
Riporto direttamente le sue parole.
Miomi sottomucosi e intracavitari
Sono quelli che si sviluppano all’interno della cavità uterina o nello spessore sottostante la cavità uterina deformandola.
L’approccio ideale è la rimozione dei miomi per via isteroscopica. In pratica si entra attraverso la vagina e il collo dell’utero nella cavità uterina con uno strumento che permette l’asportazione del mioma. Solitamente l’isteroscopia operativa viene eseguita in day-hospital nella maggior parte dei casi in una sola seduta e saltuariamente in più sedute.
Si esegue in anestesia generale o spinale, la convalescenza è rapidissima e i disturbi post-operatori minimi. Questo approccio è particolarmente importante in donne che cercano una gravidanza in quanto la presenza dei miomi nella cavità uterina aumenta il rischio di anomalie della gestazione.
Recentemente è stato anche proposto un trattamento ambulatoriale di miolisi (distruzione del mioma mediante la creazione di necrosi al suo interno) per via transvaginale sotto guida ecografica. Si tratta di un metodo che può essere applicato in presenza di piccoli miomi e, anche se non si hanno ancora dati certi sull’outcome riproduttivo, sembra promettente.
Miomi extra-uterini
Squelli che si sviluppano nello spessore del muscolo uterino. I trattamenti da prendere in considerazione sono farmacologici, chirurgici e di radiologia interventistica.
Nel caso di miomi sintomatici di piccole-medie dimensioni (inferiori a 5-6 cm) e in numero ridotto (meno di 4-5) in una donna in perimenopausa con sintomi quali sanguinamenti o dolori può essere considerato come primo trattamento quello farmacologico (estroprogestinici, progestinici, ormoni regolatori delle anti-gonadotropine) e successivamente, in caso di fallimento, quello chirurgico, l’embolizzazione uterina o gli ultrasuoni focalizzati.
In caso di miomi sintomatici di grosse dimensioni (possono arrivare a pesare alcuni chili o a trasformare interamente le pareti dell’utero in una massa solida pari ad utero a termine di gravidanza) o in numero elevato (possono esserci anche diverse decine di miomi) il trattamento di scelta è quello chirurgico.
Miomi intramurali
Sono quelli che si sviluppano fuori dall’utero o nelle ovaie. Il trattamento è solitamente di tipo chirurgico per quanto riguarda i fibromi ovarici e per quelli di grosse dimensioni che comprimono gli organi adiacenti all’utero. Se di piccole dimensioni e asintomatici non necessariamente devono essere rimossi.
Nel prossimo articolo il dr Ghezzi illustrerà con maggior dettaglio i tipi di intervento più indicati in base alla tipologia di fibroma.
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