Miriam mi scrive da Modena e la sua è una storia di cicli dolorosi e di perdite abbondanti. Una storia che, purtroppo, io conosco molto bene.
Il Maledetto Fibroma vive con lei da molto tempo, piccolo all’inizio a man mano sempre più grosso, e Miriam convive con pazienza e coraggio con il suo dolore da anni. Dal momento che ha un fortissimo senso del dovere ha sempre preferito anche durante i giorni di ciclo andare a scuola, prima, e al lavoro, poi, imbottendosi di antidolororifici (nello specifico lei prende l’Antalgin).
Il suo ginecologo mi ha sempre detto che essendo, quella del fibroma, una patologia della sua famiglia, avrebbe dovuto aspettare di avere un bimbo per scoprire se il suo corpo cambiava e risolvere “naturalmente” il problema. Purtroppo però Miriam ha avuto in passato una grande delusione d’amore e non ha potuto realizzare subito il progetto di diventare mamma.
E’ un desiderio, quello della maternità, che Miriam coltiva da tanto tempo e finalmente ora ha trovato una persona con cui sarà presto possibile rendere il sogno realtà.
L’anno scorso un terrbile terremoto ha distrutto il paese di Miriam, Rovereto sulla Secchia, e i problemi che ciò ha comportato hanno fatto sì che passasse un annetto prima che lei potesse sottoporsi ad una nuova visita medica.
Ad ottobre scorso il ginecologo di Miriam le ha finalmente consigliato di togliere il Maledetto Fibroma e di approfittare dell’intervento per mettere un po’ di ordine nel suo utero. Oltre al fibroma, infatti, Miriam aveva qualche ciste un po’ “scomoda” e una piccola endometriosi. Si è deciso quindi di fare l’intervento tramite laparoscopia presso l’ospedale di Asiago in cui il Dr. Riccardo Rolli, il ginecologo di Miriam, è primario di ginecologia e ostetricia. Miriam si è trovata molto bene perché il personale si è dimostrato molto gentile e paziente e l’ha aiutata a passare più serena le ore pre e post operatorie. L’intervento è durato quasi 3 ore. Avendo Miriam già subito in passato altri 2 interventi chirurgici per calcoli renali il personale medico ha dovuto prestare molta attenzione per le aderenze nella zona utero/ovaie.
Ora Miriam sto molto meglio e finalmente da gennaio potrà iniziare a cercare un bimbo. E io incrocio le dita per lei e le auguro con tuto il cuore che il pargoletto tanto desiderato arrivi prestissimo!
Miriam desidera consigliare a tutte le Donne di fare almeno ogni anno i controlli dal ginecologo e di non avere paura di sottoporsi a questi interventi perché nella maggior parte dei casi possono essere la soluzione definitiva ai problemi.
Scrive sempre Donne con la “D” maiuscola come rafforzativo perché crede sempre di più che noi Donne siamo fortissime e che troviamo sempre la forza e lo spirito giusto per affrontare tutte le difficoltà della vita.
Mi scrive in un momento di forte entusiasmo e dalla sue parole trapela un meraviglioso ottimismo che sicuramente l’aiuterà a vivere con serenità quell’avventura così speciale che è la maternità.
Miriam mi abbraccia (abbraccio assolutamente ricambiato) e manda un grosso abbraccio anche a tutte le Donne che come me, e come lei, a testa alta combattono ogni giorno per sè e per la propria famiglia.
Soprattutto, Miriam, mi consiglia di informarmi riguardo una tecnica particolarmente innovativa per la rimozione dei fibromi, praticata dal suo ginecologo: la Culdotomia. Mi riservo di approfondire questo interessantissimo tema in uno dei prossimi post e ringrazio con tutto il cuore Miriam.
ciao Ele, ciao Miriam, ciao a tutte! Sento che è vero che noi Donne abbiamo una grande forza dentro, e ci rialziamo sempre anche se ogni tanto è normale cadere. Le vostre parole mi servono tanto perche in questo periodo mi sento particolarmente negativa. Anche io prendo Esmya da 16 giorni e anche io sto accusando capogiri e perdite. Ma penso di accusare anche forti sbalzi di umore. E spero che questo momento cosi nero che vedo davanti a me sia solo figlio di questa distorsione momentanea data dal farmaco. In ogni caso AUGURO A TUTTE VOI UN ANNO NUOVO ALL’INSEGNA DELLE BELLE SORPRESE, QUELLE CHE VOLETE VOI!
Tieni duro Monia! Ce la faremo!