Stefania ha 42 anni e desidera fortemente diventare mamma.
Il polipetto e la Fivet
Il suo incubo è iniziato 7 anni fa, quando in seguito ad un controllo di routine la sua ginecologa le ha diagnosticato un piccolo polipo in cervice e le ha fatto fare un’isteroscopia (una tecnica che permette di “vedere” all’interno della cavità uterina, attraverso uno strumento sottile collegato ad una telecamera) in un centro specializzato a Roma. Il dottore le ha confermato la presenza di un polipetto di piccole dimensioni e le ha consigliato di tenerlo sotto controllo.
Nel frattempo Stefania aveva deciso di fare una visita per l’infertilità sempre in un centro specializzato a Roma. Qui le avevano consigliato di fare una fecondazione intrauterina, e visti i risultati dell’isteroscopia e delle ecografie, le avevano confermato che il polipetto non creava nessun problema. Facendo ulteriori analisi Stefania aveva però scoperto di avere gli ormoni completamente sballati. Un altro medico le aveva così consigliato di non perdere ulteriore tempo e di sottoporsi direttamente a Fivet (fecondazione assistita) in un centro specializzato a Firenze, visto che a Roma le attese erano troppo lunghe.
Nel frattempo Stefania, durante un giorno di ciclo, ha una forte emorraggia mentre si trova al lavoro. La sua ginecologa le dice che sicuramente era stata causata da stress e caldo e di non preoccuparsi. Stefania si reca quindi a Firenze per la fecondazione e la dottoressa che avrebbe dovuto sottoporla a Fivet dopo aver visto tutte le analisi le consiglia di togliere il polipetto prima dell’intervento per non rischiare sanguinamenti che avrebbero potuto compromettere l’embrione.
I miomi e la laparoscopia
Allora Stefania ritorna al centro in cui avevo fatto l’isteroscopia, riferisce tutto al suo medico che le fa rifare l’ecografia ed una nuova isteroscopia. La informa poi che la sua situazione è mutata notevolmente rispetto all’ultima visita: le dimensioni del polipo sono aumentate, inoltre sono presenti numerosi miomi in parete. Le consiglia di togliere il polipo in cavità uterina che è vascolarizzato con un intervento in laparoscopia, ma soprattutto le suggerisce di non sottoporsi a Fivet poichè le stimolazioni ormonali avrebbero potuto creare ulteriori problemi al suo utero e ad una futura gravidanza (cresce il feto, crescono i miomi). Quindi Stefania, a malincuore, abbandona l’idea della Fivet.
Il medico le prescrive una cura ormonale a base di gonadotropine per indurle una menopausa chimica che avrebbe dovuto diminuire le dimensioni del polipo e ridurre il rischio di emorragie durante l’intervento. Dopo tre mesi di inferno a causa delle gonadotropine finalmente arriva il giorno della laparoscopia e il dottore oltre al fibroma incriminato ne toglie altri 3.
Per un po’ tutto prosegue per il meglio. Fino a quando Stefania va a fare l’ecografia di controllo e l’isteroscopia e il dottore nota che certamente le gonadotropine avevano fatto ridurre le dimensioni dei miomi, ma che comunque ne erano cresciuti degli altri in parete. La invita tuttavia a stare tranquilla, di non sottoporsi ad ulteriori analisi e di tornare per un controllo dopo un anno.
Piccoli fibromi e ormoni impazziti
Stefania riprende la normale vita di sempre. Il ciclo è un pò abbondante ma lei sopporta. Dopo un anno torna dalla sua ginecologa di sempre per effettuare il pap test. Lei effettua anche un’ecografia e la rassicura escludendo la presenza di miomi vascolarizzati in cervice. Nel suo utero sono presenti, lungo le pareti, solo fibromi di piccole dimensioni e quindi difficilmente operabili.
Dopo qualche mese gli ormoni di Stefania ricominciano a fare le bizze: vampate, insonnia, ciclo che salta e poi torna lungo e abbondante. Poichè Stefania è a rischio di menopausa preococe, le consigliano di rivolgersi ad un professore specializzato a riguardo che le prescrive i dosaggi ormonali e le fa un’ecografia dalla quale emerge che i miomi sono aumentati. Questo medico le prescrive la pillola a basso contenuto di estrogeni e le accenna di una nuova terapia ormonale che viene utilizzata negli Stati Uniti che vorrebbe provare per risolvere i suoi problemi.
Ed Esmya?
Stefania prefererisce però continuare con la sua pillola e dopo altri 6 mesi si sottopone ad un nuovo controllo. L’ecografista nota un altro polipo in cervice vascolarizzato, quindi il professore le prescrive Emsya. Stefania scopre che Esmya costa tantissimo e, nel frattempo, le tocca spendere anche circa 5.000 euro in cure dentali. Ha appena traslocato, è stessatissima e la sola idea di prendere un nuovo farmaco a base ormonale le crea attacchi di panico. E così Stefania temporeggia, continua con la sua pillola e sopporta ogni mese un ciclo lungo e abbondante.
Forse proverà a prendere Esmya nei prossimi mesi, o forse no. A causa degli elevati dosaggi di gonadotropine e del suo seno fibrosi cistico le è venuta la mastopatia (malattia della ghiandola mammaria) e questo problema non può essere risolto con la pillola.
A breve effettuerà una mammografia e poi cercherà di capire se e come è possibile debellare i suoi Maledetti Fibromi o se sarà costretta a rinunciare al suo utero.
Cara Stefania, io credo fortemente che una soluzione possa esserci anche per te. Non ti abbattere e non demordere, continua a testa alta la tua battaglia, anche e soprattutto nei momenti di maggiore sconforto. Non sei sola, siamo tutte con te!