Rossana ha combattuto, e vinto, la sua battaglia contro tre fibromi, e ha deciso di condividere con noi il suo bel lieto fine.
Ciao a tutte, mi chiamo Rossana e scrivo dalla provincia di Ferrara. A poco più di due settimane dall’intervento di embolizzazione, finalmente riesco a ritagliarmi un po’ di tempo per raccontare la mia esperienza.
Tutto è iniziato nel 2014, quando mi sono stati diagnosticati due fibromi, a quel tempo molto piccoli. Fibromi che non solo sono diventati tre dopo un anno, ma che crescevano abbastanza velocemente. Il consiglio della ginecologa era stato quello di aspettare, ed è ciò che ho fatto.
A marzo di quest’anno, però, la situazione è precipitata: uno era già 6 cm, uno di 4 cm e l’ultimo di 2 cm.
La ginecologa mi ha detto che bisognava prendere una decisione. Ha spiegato che forse c’era ancora speranza di intervenire in laparoscopia, ma prima mi ha consigliato di prendere Esmya per un anno.
“Con la pastiglia poi spariscono?”, le ho chiesto.
“No, la speranza è che diminuiscano di grandezza così quello più grande si può eventualmente togliere in laparoscopia”.
L’idea di prendere una pastiglia per tanto tempo senza certezza di risultati non mi entusiasmava per niente, quindi mi sono presa alcuni giorni di riflessione, durante i quali ho fatto ricerche. Non solo mi sono resa conto che Esmya non dà garanzia che i fibromi diminuiscano di grandezza, addirittura ci sono medici che sostengono che non si conoscono gli effetti collaterali nel tempo. Fare da cavia anche no! Scartata quindi la pastiglia, ho prenotato una visita per il 5 luglio all’ospedale Sant’Orsola di Bologna per valutare il da farsi.
Nel frattempo ho continuato a fare ricerche e mi sono imbattuta nella pagina Facebook e nel libro “Maledetto fibroma”. Mi si è aperto un mondo! Ho scoperto due interventi per rimuovere i maledetti fibromi che non mi erano mai stati spiegati prima: gli ultrasuoni e l’embolizzazione.
Visto che con gli ultrasuoni c’era la possibilità di uscire dall’ospedale in un paio d’ore, ho optato prima per quelli. Ho fatto la risonanza magnetica con contrasto, dove oltre ai tre che già sapevo di avere, ho scoperto di avere altri tre fibromi. Purtroppo il mio caso non poteva essere trattato con gli ultrasuoni, quindi ho iniziato ad informarmi sull’embolizzazione attraverso il sito “Maledetto fibroma”, dove ho trovato donne meravigliose che mi hanno guidata in questa importante scelta. Fra tutte Antonella ed Angela che mi sono state vicine e mi hanno incoraggiata sempre.
Alla fine ho scelto di farmi embolizzare dal Dott. Morucci al San Camillo di Roma, in un ospedale pubblico.
Già durante il colloquio telefonico per concordare il giorno dell’intervento, il Dott. Morucci mi ha fatto una gran bella impressione: gentile, esauriente nelle risposte, mi ha messa subito a mio agio e mi ha tranquillizzata su tutto.
Sono stata embolizzata il 22 luglio, ed anche in quell’occasione il dottore, come tutta la sua equìpe, è stato meraviglioso. Dopo l’intervento, è sempre venuto di persona a verificare il mio stato di salute (e quello di un’altra ragazza embolizzata lo stesso giorno), rispondeva a tutti i miei dubbi tramite messaggio, ha sempre avuto un sorriso e una parola gentile. Non è poco!
Anche Antonella non mi ha mai mollata un attimo: oltre a darmi preziosi consigli sul post intervento, le sue indicazioni sono state fondamentali per non perdermi al San Camillo. Angela non è stata da meno.
Di giorni difficili, dopo l’embolizzazione, ne ho avuti tre: il sabato stesso, ovviamente, la domenica ed il lunedì. Martedì ero già ai Musei Vaticani e a zonzo per Roma, e la sera mi sono mangiata una buonissima pasta all’amatriciana a Trastevere.
Nel frattempo, il Dottor Morucci non ha mai smesso di rispondere ai miei dubbi tramite messaggio.
Sono davvero soddisfatta del trattamento ricevuto e di come sono stata seguita.
GRAZIE DI CUORE al Dott. Morucci e a tutta la sua equìpe, ad Antonella, Angela, e a chi mette anima e cuore in “Maledetto fibroma” e in una nuova bellissima pagina facebook “Salva il tuo utero con la tecnica mini-invasiva”.
Solo un’ultima cosa. Il medico che mi ha fatto l’elettrocardiogramma (esame che bisogna fare per potersi embolizzare), ha chiesto la mia età (44 anni) e mi ha detto: “Ma non fa prima a togliere tutto?”.
“Ma perché mi devo togliere tutto se posso tenere tutto?”.
Alla sua indelicatezza e domanda inutile avrei voluto rispondere in maniera meno diplomatica. Non so come, ma sono riuscita a lasciare perdere. Secondo me non sapeva nemmeno cosa fosse l’embolizzazione.
Non fermatevi mai al primo parere. Qualsiasi scelta facciate, fatela in tutta consapevolezza, dopo aver analizzato tutte le possibilità a vostra disposizione.
Grazie di cuore Rossana per i tuoi consigli e per la tua bella testimonianza!
Bellissima e incoraggiante testimonianza. A fine mese sarà il mio turno e farò anche io l’embolizzazione al San Camillo. Non appena sarà passata la fifa e tutto il resto vi farò sapere!
Vorrei prendere un appuntamento con il dott. Morucci dove lo posso trovare?
Quanto costa farsi embolizzare da lui, quanti giorni di assenza dal lavoro per malattia occorrono, perchè mi devo organizzare con il lavoro e poi io sono di Ravenna.