Pare che il mio programma antidolore funzioni davvero.
Solo ieri sera ho accusato dei forti dolori (comunque sopportabili) e ho preso un’altra compressa di Sinflex anche se avevo ighiottito quella precedente solo tre ore prima. Ad un certo punto ho avuto infatti paura che i miei crampi, che stavano prendendo la forma e l’intensità delle ben note contrazioni, aumentassero come al solito. Addirittura (e adesso mi fa anche un po’ ridere) mi sono ritrovata a contare quanti secondi passavano tra una contrazione e l’altra, manco dovessi davvero partorire!
In effetti poi, dopo il Sinflex, gli intervalli si sono fatti via via più lunghi e dopo circa due ore il dolore era quasi svanito.
Oggi stò bene, ma per sicurezza ho già preso il Sinflex, e vago un po’ intontita tra un’attività domestica e un po’ di lavoro al pc, senza in realtà riuscire a concludere granchè.
La lettura del libro sull’isterectomia della dott.ssa Della Costa, che ha accompagnato le mie ultime giornate ed è quasi giunta al termine, mi ha via via regalato maggiore consapevolezza su un sacco di fatti e di questioni e inizio a sospettare – a dire il vero già in me si era fatto largo, seppur a livello inconscio, questo pensiero – che a spaventarmi tanto non sia l’intervento in sè ma il modo in cui, a causa di nefaste esperienze passate, temo di essere trattata.
Grazie alle testimonianze di donne raccolte nel libro di Maria Rosa Dalla Costa, infatti, ho capito che è stato assolutamente legittimo essermi risentita per l’approccio freddo, sbrigativo e in alcuni casi davvero poco rispettoso che hanno avuto i medici (compreso il mio ginecologo di allora) e gli infermieri ce mi hanno seguita nel pre e nel post intervento, nonchè durante.
Sono passati 3 anni ma quelle ferite, devo ammetterlo, non si sono mai rimarginate. E allora occorre, ancora una volta, che io scriva, che io racconti e che, pian piano, lasci andare. Così sarò pronta, libera, affrancata, e saprò accogliere questa nuova esperienza con tutta la forza e la fiducia che mi occorrono.