La miomectomia in laparatomia di Silvia

La miomectomia in laparatomia di Silvia

Maledetto Fibroma Il Libro

Ecco qui il bel lieto fine di Silvia, che temeva un’isterectomia ma è riuscita a tenersi ben strettto il suo utero.. Buona nuova vita senza maledetti fibromi cara Silvia1

 

Ciao ragazze (eh siamo e resteremo sempre ragazze!) ho 40anni e non ho figli, vi racconto la mia storia spero possa essere d’aiuto…

Nel 2009 la ginecologa “di fiducia” durante un controllo mi ha diagnosticato un paio di fibromi, caratteristica ereditata da mia madre e nelle successive visite ha monitorato la crescita senza ulteriori particolari note. Nel 2019 mi ha suggerito di approfondire la situazione tramite ecografia transvaginale di 2° livello… ovviamente le liste pubbliche erano chiuse e quindi mi sono recata privatamente presso un importante studio medico. Sono uscita in lacrime con una bella carpetta con tante ecografia e diagnosi di “Fibromi transmurali sviluppati lungo tutta la parete miometrale di 7,3cm parete anteriore e 6,5cm posteriore laterale destra” quindi intervento di miomectomia oppure terapia Ulipristal Acetato.

Ho chiuso la carpetta fino a fine 2021 quando stanca delle continue emorragie diventate ingestibili, il bisogno frequente del bagno e gli esami del sangue con ferro 40 e ferritina 4, mi sono fatta coraggio e mi sono ripresentata dalla ginecologa “di fiducia”. Durante la visita mentre ero ancora in posizione ginecologica si è rivolta a me dicendo “via tutto”, non avendo recepito ho chiesto “i fibromi?” “nono l’utero, ti arriva fino all’ombelico, come a 5mesi di gravidanza” è stata la risposta…

E da lì sono crollata. Il vuoto… Mi ha dato un foglio con il numero dell’Ospedale …. specificando che “avrebbe scritto miomectomia ma vedrai che rideranno sarà isterectomia” Nel foglio che ho ancora c’è scritto “Si richiede visita chirurgica per programmazione intervento miomectomia o isterectomia totale” Ho solo 39 anni ho pensato…

Ulteriore crollo emotivo…  Vado al lavoro ne parlo con le colleghe e scopro che una collega l’anno prima ha subito lo stesso intervento a 45 anni e per sua scelta aveva optato per isterectomia.

Ho deciso privatamente di farmi visitare da questo medico perché dalla descrizione della collega mi suggeriva fiducia.

Durante la visita ho precisato di desiderare figli, ero agitatissima ma ho ben chiaro di aver sentito le parole “ma si dai ce la facciamo a salvare l’utero” “devo indicare miomectomia in laparatomia a rischio isterectomia perché in caso di emorragie per salvare la vita della paziente devo procedere con l’isterectomia”. Nel frattempo sono cresciuti 12cm e 10cm. E mi ha inserito nella lista intervento urgenza 60giorni. 60giorni??? Bene, ho pensato di essere decisamente messa bene!

Ho deciso di chiedere un altro parere in un altro ospedale. Qui i due fibromi risultano uno cervicoistmico verso destra e l’altro fundico.  Bene… stessa diagnosi miomectomia in laparatomia a rischio isterectomia, mille domande, mille risposte… e sono stata inserita anche qui con la priorità 60gg. Laparatomia non se ne parla. Embolizzazione esclusa.

Mi sono trovata in balia degli eventi… e adesso da chi vado? Chi mi chiamerà per prima?

Speravo di essere contattata dal secondo ospedale ed effettivamente sono stata chiamata per gli esami preoperatori ad inizio marzo poi più nulla fino all’inizio di aprile.

Mi hanno chiamata dicendo “puoi venire giovedì 14 aprile ma sei in stand by quindi potrebbero rispedirti a casa”. Ho accettato convintissima che essendo il giovedì prima di Pasqua mi avrebbero mandata a casa! Ho festeggiato i 40anni tra gli esami e la chiamata, potete immaginate con quale spirito…

I giorni precedenti l’intervento li ho affrontati con leggerezza e serenità e anche la mattina del probabile intervento mi sono presentata in reparto da sola in taxi, in sala d’attesa ero circondata da altre ragazze con microborse (day hospital?)… figurati se mi operano ho pensato! Un’altra signora in stand by accompagnata dal figlio è stata rimandata a casa, allora ho domandato se potevo andare a casa anch’io, e la risposta è stata… lei è la signora P…? Nooo lei verrà chiamata a breve sarà la prima

E da li mi è sembrato di vivere in un film… scrivo a madre, fidanzato, collega… mi chiama l’infermiera tutti di corsa … un’infermiera mi faceva le ultime domande, un’altra il prelievo, poi braccialetto, foglietto con orario di visita e numero di stanza e di corsa in camera “in sala operatoria ti stanno già aspettando”!!!

Mentre chiamo mia madre l’infermiera prende la mia borsa, corriamo in camera, mi infilo le collant storte, camice, cuffia e via in sala operatoria passando per la sala d’attesa dove mi trovavo fino a 4 minuti prima!

Sono arrivata in sala operatoria serenissima, con tachicardia per la corsa ma tranquilla. E’ stato tutto così inaspettato e veloce che non ho fatto in tempo ad avere preoccupazioni.

L’anestesista mi ha voluto predisporre l’antidolorifico epidurale arrabbiandosi con la collega del preoperatorio che non l’aveva menzionato.

Dopo aver tribolato con le mie vene per le varie flebo, mascherina e…

Mi sono risvegliata con nausea, cervicale ma con le bellissime parole “è andato tutto bene

L’intervento è durato oltre 3 ore, avevo perso parecchio sangue e quindi oltre al catetere avevo anche il drenaggio. Emoglobina scesa ma accettabile.

Prima notte trascorsa senza problemi, a parte la tanta sete ma non potevo bere e il troppo caldo.

La mattina dopo la dottoressa presente mi ha staccato l’antidolorifico epidurale nonostante l’anestesista mi avesse detto ti tenerlo un paio di giorni e da li sono cominciati i problemucci.

Ho cominciato ad accusare delle fitte e a non star bene, e da li è cominciato un via vai di medici, infermieri, anestesisti… mi hanno riattaccato all’epidurale, sacche di ferro, non so quanti prelievi di sangue, poi mi hanno diagnosticato il peritonismo quindi via il catetere in camera (ancora non mi ero alzata), improvvisamente l’ossigenazione si era abbassata quindi in serata trasfusione e ossigeno…

Sono stata presa dallo sconforto…

In serata radiografia ai polmoni, emogasanalisi, emocultura e urinocultura…

Esami tutti in regola, pian pianino ho cominciato a stare meglio, al terzo giorno sono riuscita ad alzarmi e quindi mi hanno rimosso il catetere e spento l’epidurale.

Mi hanno tenuto una quarta notte per precauzione e la mattina di Pasquetta mi hanno dimessa.

In ospedale ho incontrato molta professionalità e umanità, nonostante fossero giorni di festa e mi trovassi da sola in stanza non mi sono mai sentita sola e anche nei momenti di sconforto ho avuto sempre parole rassicuranti.

Ero preoccupata del post intervento ma nonostante un taglio di 14 centimetri con la pancera pian pianino sono riuscita a far tutto lavatrici, lavastoviglie etc l’importante è non strafare, per il dolore ho preso solo due pastiglie di Brufen nient’altro.

L’unica cosa per la quale ho avuto bisogno di aiuto sono state le punture di eparina, quelle da sola proprio non sono stata in grado!

Dopo una settimana dall’intervento sono andata a rifare gli esami del sangue e i valori sono rientrati nella norma. Dopo un mese ho avuto il controllo, tutto perfetto, cicatrice stupenda e punti riassorbiti perfettamente quindi aimè sono rientrata al lavoro.

Ad oggi sto benissimo, il ciclo è ancora abbondante perchè purtroppo l’utero resta fibromatoso ma non disastroso/ingestibile come prima, non mi alzo più la notte per la pipi e tra 5 mesi potrei tentare una gravidanza.

Scusate se mi sono dilungata parecchio ma volevo raccontarvi la mia storia, per anni ho rimandato il problema e ho fatto finta di niente, e alla fine ho dovuto prendere una decisione in fretta.

Non fate come, non rimandate, non arrendetevi al primo parere, non arrendetevi al “via tutto” e seguite anche il vostro istinto e mi raccomando non credete a chi vi racconta che la rimozione del drenaggio è indolore!!!

Dimenticavo! Se siete candidate per un intervento in laparatomia non vi demoralizzate, nel mio caso sono riusciti meglio a fermare l’emorragia e hanno anche scoperto altri 3 piccoli nuovi fibromi che sono stati rimossi all’istante.

Silvia

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