Pubblico con piacere la testimonianza di Claire perchè un lieto fine di questo non può esserci. Dopo aver infatti affrontato una laparotomia per rimuovere un grosso fibroma, Claire ha coronato il suo sogno di maternità ed ha dato alla luce una bellissima bambina.
Condivido in pieno il pensiero di Claire, che ci ricorda che ogni caso è a sè e che non esiste una soluzione, o un tipo di intervento, che è sempre, in ogni caso, migliore e da preferire agli altri. Davvero ognuna ha la sua storia e davvero ognuna deve cercare la sua strada e ciò che “va meglio” per lei.
Ciao, mi chiamo Claire, vivo vicino Bologna, ho quarantatré anni e nel 2016 ho subito una miomectomia laparotomica per asportazione di un fibroma di quindici centimetri.
Tutto iniziò quando avevo circa trentatré anni. Da qualche tempo, avevo notato che i miei flussi mestruali erano diventati più abbondanti di prima e pertanto iniziavo ad accusare anche una certa stanchezza. Mia madre mi diceva di non preoccuparmi perché con l’età il ciclo si modifica. Ero single, per cui, sbagliando, non mi controllavo tutti gli anni, a parte il pap test di screening.
Un paio di anni dopo la situazione peggiorò e finalmente mi decisi a fare un controllo. Non avevo un ginecologo di fiducia ed incappai in una dottoressa molto allarmista che, mentre mi visitava, mi chiese: “Ma è sicura di avere avuto l’ultimo ciclo una settimana fa? Lei ha un utero ingrandito come al quarto mese di gravidanza!”.
Io le risposi che ero sicura di quel che dicevo e che non avevo rapporti da un bel po’ di tempo, al che lei quasi urlando: “Oddio, oddio, bisogna fare subito un’ eco transvaginale, potrebbe essere di tutto!”.
Vi lascio immaginare il mio terrore, da un semplice controllo per mestruazioni abbondanti, a vedersi scorrere dinanzi il film della propria vita.
Per farla breve, mi venne diagnosticato un fibroma di tredici centimetri. La dottoressa voleva mandarmi dall’amico dell’amico in tal clinica. Ero spaesata, non sapevo cosa fare. Avevo molta paura, ma tornai lucida e inizia a fare moltissime ricerche. Dopo un bel po’ di domande, consulti e giri in rete, incappai nel Dottor De Iaco del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, un luminare nel suo campo e, cosa fondamentale quando si deve necessariamente optare per una laparotomia – come era emerso da diverse visite con differenti ginecologi – un chirurgo dalle mani d’oro, che tende sempre a preservare la fertilità.
Alla visita mi rassicurò e mi disse che l’intervento non è una passeggiata certo, ma nemmeno un’impresa titanica. Questa cosa, detta da un medico che fronteggia quotidianamente casi ben più disperati del mio, mi tranquillizzò parecchio.
Successe, però, che mi lasciai prendere dal lavoro, da un trasferimento e, insomma, quando mi chiamarono, rimandai e poi rimandai ancora finché, a trentotto anni, conobbi il mio attuale compagno e capii di poter avere una speranza di diventare madre.
Ovviamente sconsiglio a tutte di seguire il mio esempio, ma la mia è una storia di molte ospedalizzazioni pregresse e, in più, a parte il ciclo un po’ più abbondante, quel bestione era quasi asintomatico, motivo che comunque non mi esonera dall’essere stata parecchio avventata.
De Iaco mi visitò nuovamente e, nel frattempo, il fibroma era arrivato a quindici centimetri ed io iniziavo ad accusare, oltre a cicli sempre più abbondanti, anche parecchio mal di schiena e problemi con la minzione.
Ah, vorrei precisare un paio di cose che possono tornare utili ad altre. A volte, non si può evitare una laparotomia e i motivi possono essere svariati, tra questi dimensione e sede del fibroma per cui, in quel caso, cercate un ginecologo chirurgo davvero bravo, che sappia ricostruire bene l’utero e abbia esperienze nel limitare le aderenze post operatorie. Ricordatevi, se è il vostro caso, di dire chiaramente che avete intenzione di cercare una gravidanza.
Chiesi al dottore se era il caso di assumere farmaci per rimpicciolire il fibroma e lui mi disse che, a volte, questo può essere controproducente perché, da quel che ho capito, il fibroma cambia consistenza, per cui poi può essere più difficoltoso “scapsularlo”, rischiando di essere meno precisi. Poi, sapendo che ero desiderosa di provare ad avere una gravidanza, decise di non rimuovere un altro piccolo fibroma di un centimetro perché, per sede e dimensione, era più rischiosa l’ulteriore cicatrice.
Tutto questo per dire che ogni caso è a sé, non c’è la procedura giusta per tutti e non necessariamente la chirurgia tradizionale va demonizzata poiché, in alcuni casi, può essere l’unico modo per svolgere un lavoro eccellente.
E nel mio caso, visto l’epilogo lieto, devo dire che il dottore ci aveva visto giusto.
L’intervento durò circa due ore e quaranta minuti, il post operatorio è stato abbastanza duro, ma nulla che non si possa sopportare. Il dottore mi consigliò di attendere un anno prima di provare ad avere una gravidanza.
Iniziammo le ricerche ad un anno esatto dall’intervento e, dopo alcuni mesi, a quarantuno anni compiuti, restai incinta naturalmente.
Mi venne proposto il cesareo elettivo perché un travaglio di prova, in uteri già parecchio cicatrizzati, è rischioso. Ascoltai i medici, sebbene temessi un post operatorio duretto come quello della miomectomia. Non so se sia stato il mio caso, ma non c’è paragone, il cesareo è stato molto meno doloroso.
Adesso sto bene, tengo sotto controllo il piccolo fibroma, che con la gravidanza si è rimpicciolito, e un po’ tutto il mio utero fibromatoso.
Ragazze, controllatevi, e non rimandate come ho fatto io, perché poi si rischia veramente di non potere diventare madri se lo si desidera.
Grazie Claire per aver condiviso la tua storia e buona nuova vita con la tua famiglia!
molto fortunata ad avere incontrato un medico bravo ad eliminare un fibroma grosso senza danneggiare l’utero. non è facile trovare un ginecologo capace di operare bene. queste sono le storie a lieto fine che vorrei leggere sempre. congratulazioni