Grazie di cuore ad Alma, che ha accolto il mio invito a condividere la sua esperienza di embolizzazione presso l’Ospedale Molinette di Torino, ad opera del dottor Muratore. E un grosso in bocca al lupo per il suo futuro!
Care fibroma fighters,
accolgo volentieri la proposta di Eleonora di dare una mia breve testimonianza sul mio percorso di cura.
Nel 2013, a seguito di cicli emorragici, scopro di avere un fibroma intramurale di ben 14 cm (più altri 2 fibromi di 6 e 8 cm). Vengo messa in lista per una cura «strong» di ferro e, dopo 2 mesi, per la miomectomia laparotomica presso il Sant’Anna di Torino.
L’operazione, benché pesantuccia fisicamente, anche per via della mia anemia, ha un decorso regolare.
Ma appena sei mesi dopo l’intervento, in una ecografia di controllo, mi viene detto che ho di nuovo degli ospiti sgraditi, che vanno da 1 a 3 cm.Pare che questa «rigenerazione» dei fibromi sia assolutamente normale per le donne in età fertile e che la miomectomia non consenta di rimuoverli del tutto alla radice. Addirittura si prevede che dopo 5-6 anni si possa facilmente tornare alla condizione di pre-intervento (ahimè).
Presa dallo sconforto e dal timore di un nuovo intervento, inizio a consultare vari ginecologi di Torino, nella speranza di trovare un rimedio meno invasivo.
Nel frattempo seguo cure varie naturali, un regime alimentare anti infiammatorio (cioè con dosi inferiori di carboidrati), integrazione di vitamina C e D, omega3 (per il rinnovamento cellulare), mi iscrivo a corsi di pilates, il tutto per riequilibrare il mio corpo.
Ma i fibromi, pur rallentando la crescita, continuano a fare il loro percorso e a tornare, nei mesi, invadenti.
Alcune nuove tecniche (come gli ultrasuoni focalizzati) purtroppo si adattano solo a fibromi unici e non a un utero fibromatoso come il mio. Dopo vari cambi di ginecologi (alcuni che mi consigliano di restare in attesa della menopausa e altri che mi consigliano di togliere tutto), approdo a fine 2019 allo studio del dottor Petruzzelli e vengo messa in lista per l’isterectomia per settembre 2020. Pare che con fibromi numerosi come i miei (con dimensioni da 1 a 7 cm) sia l’unica strada.
Ma ho 42 anni e non mi va proprio di accettare questa sentenza.
Molto avvilita, cercando su youtube e in internet, e consultando il blog di Elonora, mi imbatto in un’intervista al dottor Muratore, radiologo interventista delle Molinette di Torino, che parla di embolizzazione uterina. Prenoto una visita da lui, privatamente, al centro Med, poliambulatorio specialistico, e, analizzando le mie ecografie, mi prenota presso le Molinette la mia prima risonanza magnetica, e, in seguito, mi mette in lista per l’intervento di embolizzazione.
Causa rallentamento dovuto al covid, passano vari mesi e mi opero a ottobre 2020. Sia il dottor Muratore sia i medici del suo staff sono tutti molto preparati e gentili. L’intervento si svolge alle Molinette e la degenza al Sant’Anna e dura in media una sola notte (salvo complicazioni, si viene dimesse il giorno dopo l’intervento).
Al momento hanno bloccato tutte le visite di follow up, ma fisicamente, a distanza di 3 mesi dall’intervento, mi sento molto più sgonfia e libera, con l’addome finalmente non dolorante. Vedremo nei prossimi mesi dalle visite di controllo (che si spera si sblocchino presto) come sta andando la situazione.
In bocca al lupo a tutte voi e… cerchiamo di essere sempre aperte e curiose, anche grazie ai blog come Maledetto fibroma, utili ad illuminare gli «angoli bui» e farci sentire meno sole in questo percorso… non fermiamoci alla prima sentenza, se non ci convince, ne va della nostra salute e felicità!