Antonella abita a Bari, ha 48 anni e mi ha raccontato la sua battaglia contro il suo fibroma sottomucoso. Antonella ha scoperto gli ultrasuoni focalizzati leggendo il mio libro e si è rivolta al dr Napoli, per poi scoprire che nel suo caso sarebbe stata sufficiente un’isteroscopia operativa.
Adesso Antonella stà bene e ha deciso di condividere con noi la sua storia.
Ciao Eleonora,
Ti ringrazio per l’impegno profuso nella scrittura del tuo libro, che ho letto tutto di un fiato, e nella divulgazione delle informazioni e tecniche esistenti per combattere i fibromi. Non ho trovato nessuna altra fonte così completa come la tua e sono riuscita a farmi un’idea precisa del problema fibromi e di come sia possibile affrontarlo. Inoltre è stato importante sapere che tante donne come me sono state male anche psicologicamente come conseguenza dei loro fibromi perché tante volte non sono stata capita oppure ho avvertito che il mio problema veniva costantemente sminuito da gente competente e non.
Ti racconto la mia storia.
Ho 48 anni e non ho avuto figli perché troppo impegnata con gli studi di ingegneria prima e il lavoro poi. Sono di Bari ma vivo da 10 anni a Londra per le maggiori opportunità lavorative che offre e per una mia passione giovanile per la metropoli, passione che ora ho ormai perso, dopo aver sperimentato la fatica quotidiana del non stare a casa propria e di dover fare fatica ogni giorno viste le enormi distanze e le tante limitazioni soprattutto abitative che vivere in una città così costosa comporta.
Nel giugno 2013 a 43 anni ho subito a Bari la mia prima isteroscopia operativa per dei polipi di entità minore che mi davano problemi di sanguinamenti tra una mestruazione e l’altra. Tutto bene per un po’ di anni fino a quando a 46 anni il mio ciclo è diventato inspiegabilmente abbondante nonostante fosse sempre stato discreto. Iniziò adesso a mettere insieme i pezzi e ricordo una vacanza estiva in cui ho dovuto dormire in un letto diverso da quello del mio compagno perché avevo paura di sporcarmi ed il giorno dopo infatti il mio letto singolo era coperto di sangue con grande imbarazzo al pensiero delle cameriere che sarebbero arrivate a pulire la stanza. Oppure quando ho assistito mio padre ricoverato in ospedale e alzandomi dalla sedia ho notato che era sporca di sangue… Sino ad arrivare all’ultimo spiacevolissimo episodio di dicembre scorso in cui purtroppo ho avuto una perdita improvvisa mentre ero in ufficio a Londra e sono dovuta corrrere in un negozio di abbigliamento a comprare dei jeans nuovi: puoi immaginare limbarazzo con cui sono scappata dall’ufficio e poi rientrata per chiudermi velocemente in bagno e cambiarmi. Per non parlare delle assenze che si sono ripetute al lavoro nei giorni del ciclo e che hanno generato un atteggiamento inquisitorio da parte dei miei superiori (quasi tutti uomini) nonostante il diritto riconosciuto nel Regno Unito alle assenze per malattia.
A febbraio-marzo dell’anno scorso Il mio ginecologo italiano mi ha inizialmente prescritto una pillola a base di solo progesterone che però ha avuto l’effetto opposto e cioè ha fatto aumentare la frequenza dei cicli (ogni 15 giorni) e l’entità delle perdite (ho visto per la prima volta delle perdite spaventose sotto forma di grumi). A quel punto ho iniziato a fare pressioni chiedendo se fosse opportuna un’operazione chirurgica e lui mi ha invece suggerito di assumere Esmya in modo da causare una menopausa indotta fino a quando non sarei andata in menopausa. Mi sono informata tramite il tuo blog ed anche il libro e ho scartato subito Esmya in quanto non aveva senso per me sopportare gli effetti collaterali comunque presenti e mi faceva paura doverla assumere per un periodo così lungo senza sapere quali sarebbero stati gli effetti a lungo termine…
Ho allora contattato il dott. Alessandro Napoli (scoperto tramite il tuo libro!) per valutare se la tecnica di trattamento con ultrasuoni fosse applicabile nel mio caso. Il dottore e la gentilissima assistente dott.ssa Veronica mi hanno allora suggerito di eseguire una risonanza magnetica della pelvi come di prassi. La risonanza eseguita ai primi di novembre 2017 ha dato un risultato confortante in quanto il mio fibroma di 3cm circa appariva di tipo sottomucoso, peduncolato e aggettante in cavità uterina. Eureka! ho capito subito che si poteva rimuovere in isteroscopia operativa ed infatti il dott. Napoli mi ha risposto molto correttamente dicendomi che il trattamento ad ultrasuoni era applicabile ma che in sostanza non ne valeva la pena in quanto di facile risoluzione tramite isteroscopia. Decisione presa, quindi: isteroscopia operativa, altrimenti detta resettoscopia.
Apro parentesi per citare la superficialità con cui sono stata trattata dal sistema sanitario britannico. Anche lì il tutto è nelle mani dei medici generici, anzi direi esclusivamente nelle loro mani in quanto sono considerati dei tuttofare. Pensa che nei miei 10 anni di permanenza a Londra, non ho MAI avuto una visita specialistica, ne tantomeno ginecologica: che vergogna… Possiamo andare fieri del nostro Sistema Sanitario Nazionale, nonostante le pecche che non mancano… Il GP (medico generico) inglese mi ha candidamente detto che i casi di fibromi sono talmente frequenti che l’operazione non viene presa in considerazione a meno che non si tratti di casi molto gravi. Il trattamento da loro consigliato consiste nella assunzione di pillola solo progesterone o inserimento di spirale con rilascio di progesterone, oppure molto semplicemente assunzione di Tranex per la durata del ciclo! E con il Tranex sono andata avanti per un po’ fino allimbarazzante episodio di dicembre accaduto in ufficio. A quel punto ho chiamato il mio ginecologo in Italia e gli ho chiesto di consigliarmi un buon chirurgo per eseguire l’isteroscopia operativa.
L’operazione è stata eseguita con successo ieri, domenica 10 febbraio dal Dott. Francesco Legge, che dirige il reparto di Oncologia ginecologica all’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, vicino Bari. Ho riscontrato subito una grande professionalità e umanità nel dott. Legge che ha precedentemente operato al Gemelli di Roma e si è anche specializzato al Royal Marsden Hospital di Londra. Il fibroma era di 3.5 cm ed èstato asportato completamente. Per evitare le attese del nostro sistema sanitario (comprensibilissime in quanto il reparto in questione ha una ottima fama e deve ovviamente risolvere casi molto più gravi) ho deciso di eseguire l’intervento in prestazione intramoenia. Risultato: sono molto contenta di come sono stata trattata sia dai medici che dal personale ospedaliero. Tutti molto disponibili e comprensivi, soprattutto nella anticamera della sala operatoria quando tutti cercavano di farmi distrarre chiacchierando e sorridendomi.
Il paradosso è proprio questo: nel Regno Unito ci sono sicuramente ospedali all’avanguardia ma per accedervi, devi arrivare con una patologia ritenuta grave, e non di certo un fibroma, nonostante dalle nostre esperienze sia evidente che anche un fibroma sia invalidante, in quanto impedisce di svolgere normalmente le nostre azioni quotidiane e quindi di vivere serenamente. In alternativa, in UK devi pagare un’assicurazione che ti permetta di accedere a visite specialistiche senza spendere una fortuna, considerato che a Londra una visita specialistica ed anche un esame diagnostico non costano meno di 500 sterline.
Spero che il mio capitolo fibromi si chiuda qui e chissà se potrò rimanere incinta, anche se mi rendo conto è un po’ tardino. Ho anche imparato tramite la tua opera di divulgazione che sarà necessario correggere la dieta e renderla il più possibile vegana ed evitare situazioni di stress ed ansia per quanto possibile. Se potessi ricordarmi il nome della ragazza che aveva consigliato una dieta per prevenire la formazione di fibromi, te ne sarei grata.
Un abbraccio e grazie ancora per la tua guida preziosa in questo percorso!
Antonella si riferisce a Maddy, che nel mio libro, e anche qui sul blog, ha proposto un regime alimentare che potrebbe arginare la crescita dei fibromi.
Grazie Antonella per aver condiviso la tua esperienza, e un grosso in bocca al lupo per la tua vita.